Si è da poco conclusa la tappa nel Lazio del #CongressoFNOPI itinerante.
La nostra redazione ha registrato, in questi giorni, una intervista a distanza con Marinella D’Innocenzo, infermiera e Direttore Generale della ASL di Rieti.
Tutti sappiamo che con l'arrivo del Covid-19 le strutture sanitarie hanno subito dei grossi cambiamenti; tra queste, alcune di esse, sono state convertite completamente in Covid Hospital. Il covid-19 ha determinato un forte impatto sul management della Aziende Sanitarie, soprattutto per quel che riguarda la trasmissione dell' infezione da Sars CoV2 tra il personale coinvolto all'interno dei presidi ospedalieri. A tal proposito la Dottoressa Graziana Mancini e il Dottor Maurizio di Renzo, hanno svolto una vera e propria ricerca scientifica, pubblicata in seguito su tesi magistrale, in particolare sul presidio ospedaliero "San Liberatore" di Atri.
(di seguito vi riportiamo l'introduzione e l'allegato del lavoro di ricerca svolto)
ABSRACT
Introduzione
La gestione della pandemia da SARS Covid-19 ha determinato un forte impatto sul management delle Aziende Sanitarie, rappresentando una sfida organizzativa per i Presidi Ospedalieri, tra questi il “San Liberatore” di Atri, riconvertito a Covid Hospital da marzo a giugno 2020. Il piano di change management ha previsto la riorganizzazione degli ambienti sanitari, la rimodulazione delle attività clinico-assistenziali e la formazione di tutti gli operatori esposti al rischio di contagio.
Obiettivo
Lo studio ha l'obiettivo di valutare i livelli di trasmissione dell’infezione da SARS Covid-19 tra gli operatori sanitari e non sanitari del Presidio di Atri nel periodo della sua riconversione a Covid Hospital.
Metodo
Studio osservazionale trasversale monocentrico. Il Campione comprende tutti gli operatori sanitari e non sanitari esposti al rischio di contagio che hanno operato durante il periodo di riconversione a Covid Hospital e che hanno espresso il consenso allo studio.
Risultati
Nel periodo di riferimento sono stati effettuati 611 tamponi molecolari di cui 499 su operatori sanitari e 112 su operatori non sanitari.
12 risultati positivi, 588 negativi, e 11 dubbi, risultati in seguito negativi.
Non è emersa una differenza statisticamente significativa nella distribuzione dell’infezione da Sars-Cov-2 tra gli operatori sanitari e non sanitari.
Conclusioni
I risultati evidenziano la limitata trasmissione del virus Sars-Cov-2 tra gli operatori, pari al 2% del campione, con differenze non significative sul piano statistico tra operatori sanitari e non sanitari. Tali risultati dimostrano l'efficacia delle misure preventive e del supporto formativo adottati per la riconversione del “San Liberatore” di Atri a Covid-Hospital.
in allegato il lavoro di ricerca svolto
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: