Un disegno innovativo, ormai istituto in diverse regioni, partito dalla presa in carico della persona in modo continuativo. Parla Falasca, medico epidemiologo, anima dell'iniziativa
LI CHIAMANO "infermieri di comunità", perché non stanno negli ospedali, ma vanno a casa degli anziani che vivono fuori dai grandi centri. Il progetto pilota, finanziato dai fondi comunitari, per ora interessa solo cinque aree in Europa - Piemonte, Provenza, Carinzia, Slovenia e Liguria - ma potrebbe espandersi a macchia d'olio.
"La storia - racconta Pasquale Falasca, medico epidemiologo, anima dell'iniziativa - comincia 5 anni fa, quando i sindaci delle aree interne mi chiamarono dicendomi che c'erano dei fondi a disposizione per un progetto importante". Da lì è cominciata un'avventura durata tre anni, serviti per costruire un processo di sperimentazione di idee innovative da mettere in campo nel campo della sanità e del sociale. "La prima - continua Falasca - è stata quella delle ostetriche di comunità: vale a dire operatori sanitari che non prendessero in carico le persone solo quando queste hanno bisogno, ma che provassero ad ascoltare le loro vite, ad "esserci" in modo più profondo e completo". Un disegno innovativo, ormai istituto in diverse regioni, partito dalla presa in carico della persona in modo continuativo, con modalità nuove, legate al metodo Montessori. "Questo percorso, durato 10 mesi, - spiega Falasca - ha in primis coinvolto le ostetriche di tutti i punti nascita della nostra azienda, creando dei legami profondi, e cambiando il sistema. All'insegna delle emozioni, dell'entusiasmo e dell'umanità. Poi siamo arrivati agli anziani".
Tutto è documentato su un sito ad hoc, resoconto di 18 mesi di attività non privi di sorprese. "Occupandomi del progetto, ho scoperto che in letteratura medica mondiale c'è una gran quantità di studi e attività sull'applicazione del metodo Montessori alla demenza. Un approccio, basato sul prendersi cura della persona in modo relazionale, che sta portando ottimi risultati. A partire da questo, grazie agli infermieri di famiglia e comunità, abbiamo pensato di creare la "Palestra della mente - Montessori", ovvero una serie di centri diurni itineranti, dove si prende un appuntamento e si comincia a costruire una relazione strutturata, basata sulla vicinanza e sulla cura del contesto intorno all'anziano".
Il progetto ha coinvolto anche l'inventore dell'approccio, Cameron J. Camp, che è stato invitato a Roma a un seminario nel giugno 2018, e tutt'ora continua a seguirne gli sviluppi con successo. "Stiamo anche portando avanti, - continua Falasca - sempre nel solco della filosofia degli infermieri di famiglia e comunità e in collaborazione con l'università di Genova, un corso di formazione in collaborazione con Cittadinanzattiva, misto, sugli aspetti della presa in carico personale, relazionale, da affiancare alla parte tecnica".
La Strategia nazionale per le aree interne, cofinanziata dalla Ue, punta a sopperire alla carenza dei servizi nei territori e ad alleggerire il peso degli ospedali, fornendo servizi accessori attraverso una rete territoriale complementare. In particolare, nell'area del Basso Sangro-Trigno, che comprende tre vallate - Trigno, Sangro, Aventino - sono stati coinvolti 33 comuni, per un totale di 22mila abitanti (ogni Comune conta meno di mille persone). Nelle aree interne abruzzesi più del 50% della popolazione è anziana; i plessi scolastici di media non hanno più di 39 alunni, e sono moltissime le pluriclassi che non garantiscono un'istruzione ottimale. Data l'età avanzata, il numero dei ricoveri è elevatissimo e si è sviluppata, in parallelo, una certa carenza di coordinamento a livello di operatori sociosanitari e di servizi.
"La Strategia, in questo caso, - conclude Falasca - ha dato l'opportunità di avviare una sperimentazione importante, supportata da ricerche scientifiche recenti accreditate, e basata sul principio, fondamentale, che la nostra capacità di autocurarsi è una medicina potentissima".
Il progetto è realizzato con il contributo della Commissione Europea. Dei contenuti editoriali sono ideatori e responsabili gli autori degli articoli. La Commissione non può essere ritenuta responsabile per qualsivoglia uso fatto delle informazioni e opinioni riportate.
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In occasione della 27ª Giornata Mondiale del Malato, martedi 11 Febbraio2020, presso la Sala Convegni dell’Ospedale di Teramo, la ASL, in collaborazione con l’Ordine dei Medici di Teramo e la Diocesi di Teramo-Atri e con il patrocinio fondamentale dell' Ordine delle professioni infermieristiche di Teamo, OPI Teramo, organizza un evento dal titolo “XXVIII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO: IL VALORE SANITARIO, CULTURALE E SOCIALE DELLA PREVENZIONE”
I cittadini sono invitati ad intervenire.
Come OPI Teramo ma in particolare come infermieri non possiamo non ricordare l'immane ed incomprensibile crimine che è stato compiuto contro l'umanità intera, noi che la preserviamo e curiamo.
"L’essere umano è stato creato per insegnare che chi uccide un’anima sola, è come se avesse ucciso il mondo intero, perché distrugge tutte le generazioni future che sarebbero venute al mondo da quella unica persona...". Primo Levi
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria.
La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l'Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell'Olocausto.(wikipedia)
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: