Si è svolta questa mattina, martedi 25 settembre 2018, la seconda edizione della "Giornata di solidarietà per la donazione di sangue". Tutto ciò è stato possibile grazie alla sinergia tra OPI Teramo e FIDAS; numerosi i colleghi infermieri intervenuti, uniti all'utenza fidelizzata e non, che si sono recati negli ambulatori dedicati. Donare il sangue è un'attività solidaristica che permette di aiutare concretamente un altro individuo che manifesta carenze a livello immunitario e cardiocircolatorio per diverse cause. L'atto donativo è un gesto totalmente gratuito ed è questo che deve tendere a stimolare maggiormente l'individuo che si presta all'atto di generosità. La mission infatti di tale iniziativa è sicuramente quella di sensibilizzare quante più persone possibili del nostro territorio in primis a compiere questo gesto "nobile"; sempre più c'è bisogno di sangue e, purtroppo sempre meno se ne ha disponibilità.
L'OPI Teramo è lieto di annunciare per giovedì 27 Settembre presso il Green Park di S.Nicolò a Tordino alle ore 18 incontro con una delegazione della UNIPOL SAI di Teramo per la presentazione del pacchetto Rc- professionale, con la possibilità di approfondire l'argomento nei minimi dettagli.
L'incontro si concluderà con un piccolo buffet.
17/09/2018 - Anche l'Oms nel documento sull'Italia predisposto per la sua 68esima Assemblea generale in svolgimento in questi giorni a Roma sottolinea che percentualmente ci sono molti medici (rispetto al numero di abitanti), ma pochi infermieri (rispetto al numero di medici)
Gli infermieri impiegati nel Ssn sono carenti in tutta Italia, dove il rapporto con i medici invece di essere di uno a tre come indicato a livello internazionale, crolla a volte fino a sfiorare la parità (1:1), non garantendo un adeguato impegno assistenziale: in questo senso ne mancano oltre 53mila.
Anche l'Oms nel documento sull'Italia predisposto per la sua 68esima Assemblea generale in svolgimento in questi giorni a Roma sottolinea che percentualmente ci sono molti medici (rispetto al numero di abitanti), ma pochi infermieri (rispetto al numero di medici).
Il numero degli operatori del sistema sanitario è cresciuto negli ultimi dieci anni. La percentuale di medici è di 3.8 ogni 1000 abitanti, un valore più elevato rispetto alla media Ue (3.6). Invece il numero di infermieri rimane basso: 6.1 ogni 1000 abitanti, mentre la media Ue è di 8.4. Di conseguenza, il tasso di infermieri per medici, considerando tutti gli infermieri attivi, non solo dipendenti dal Ssn, (in questo modo il rapporto medio con i medici scende a 1:5) è tra i più bassi in Europa (dove la media è 2:3) e tra i paesi Ocse (con una media di 2:8).
Dal punto di vista italiano il rapporto medici infermieri è costante nel tempo, ma perché segue le carenze progressive delle due professioni. Il rapporto infermieri medici in ospedale è passato ad esempio da 2,48 del 2010 a 2,52 del 2016.
E a dimostrarlo non è solo il rapporto infermieri-medici, ma anche l'analisi sui dati della Rilevazione forza lavoro dell'ISTAT.
Circa il 40% degli infermieri occupati nel Ssn svolge straordinario. Si tratta quindi su circa 270mila dipendenti di 108mila unità di personale.
Di questo straordinario circa il 4,5-5% è in eccesso rispetto ai normali parametri, il che significa che su 180mila unità di personale, per ridurre di questa percentuale lo straordinario, sarebbero necessarie 49.000 – 54.000 unità aggiuntive di personale, in linea quindi con il personale mancante in base al rapporto infermieri-medici.
Ed è per questo che la FNOPI ha chiesto un incontro urgente con il ministro della Salute Giulia Grillo e con le Regioni, impegnati finora sul versante della carenza di medici: se i medici mancano, a questo punto figuriamoci gli infermieri.
Le uniche Regioni che hanno raggiunto la media (anche se in alcune aziende ci sono carenze e comunque la carenza cresce in assoluto nel momento in cui sono gli stessi medici a essere carenti: un rapporto infermieri-medici corretto, ma basato su una carenza di medici è di per sé ugualmente carente) del rapporto 1:3 tra medici e infermieri sono, secondo l'analisi condotta dal Centro studi della Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri (FNOPI) sui dati del Conto annuale 2016 del ministero dell'Economia sono Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Molise e Bolzano (queste ultime due hanno una sola azienda sanitaria). Anche se, come detto, si parla di media, ma in alcune aziende sanitarie l'equilibrio non si raggiunge e riemerge comunque una carenza, spesso legata anche all'utilizzo degli infermieri nella varie articolazioni territoriali.
Il resto d'Italia presenta carenze regionali per raggiungere il rapporto ottimale di cura tra medici e infermieri che vanno dai 9.755 infermieri in meno della Sicilia ai 616 infermieri in meno nelle Marche.
Resta il fatto che l'altalena di personale infermieristico su cui "dondolano" le aziende sanitarie italiane porta a un aumento di rischi per i pazienti e per gli stessi operatori: ogni infermiere dovrebbe assistere al massimo 6 pazienti per ridurre del 20% la mortalità . Attualmente ne assiste in media 11 e nelle Regioni dove la carenza è maggiore si arriva anche a 17.
E spesso è tamponato con soluzioni che non dovrebbero essere considerate lecite, come quella di non assumere personale, ma di utilizzare, per risparmiare, quello messo a disposizione da cooperative o col lavoro interinale, cosa che non aiuta né la professionalità del singolo, stressato e sottopagato né il professionista numericamente insufficiente a erogare un'assistenza di qualità né un'assistenza specializzata che i professionisti potrebbero erogare ma che le organizzazioni con scarso organico non riescono a riconoscere e valorizzare adeguatamente.
La cronicità e la demografia in genere con l'incremento dell'età e della vita media, aumenteranno i bisogni di assistenza e gli infermieri non solo possono, ma devono essere messi in grado di esprimere il massimo delle loro potenzialità sia in termini quantitativi che qualitativi. Un mancato intervento oggi non avrà possibilità di essere riparato domani.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: