Sedazione palliativa non significa eutanasia. È questo che tiene a precisare Cristian Riva, infermiere palliativista, in un approfondimento - ripreso anche dal quotidiano La Stampa - redatto sul suo blog "Coraggio e Paura" dopo l'accorato appello ai malati terminali di Marina Ripa di Meana, scomparsa il 5 gennaio scorso. La sedazione palliativa "è un atto terapeutico dovuto che non procura la morte del paziente, nemmeno la anticipa". Un argomento sul quale ancora c'è molto da chiarire e sul quale gli infermieri hanno molto, molto da dire....
All'evento regionale parteciperà la segretaria nazionale OPI, Beatrice Mazzoleni.
Il Cid (Comitato Infermieri Dirigenti) della sezione Lombardia ha organizzato, per il 19 gennaio prossimo, un convegno regionale dal titolo: "Il dirigente delle professioni sanitarie e sociali nel nuovo scenario lombardo: dalla presa in carico alle nuove responsabilità". Un evento rivolto a infermieri, coordinatori e dirigenti infermieristici e a tutte le altre professioni sanitarie che si terrà presso l'Auditorium "Testori" del Palazzo Lombardia di Milano.
L'evoluzione del Sistema socio-sanitario lombardo è caratterizzata dall'integrazione del sistema sanitario con il socio-sanitario, l'ambito ospedaliero con l'assistenza sul territorio, la continuità delle cure per i malati cronici e i pazienti acuti post-degenza. Questa trasformazione è incentrata sulla riorganizzazione, razionalizzazione e appropriatezza delle risorse al fine di ampliare le risposte ai bisogni che si modificano costantemente in un'ottica di sostenibilità del sistema. Tali percorsi rendono necessari nuovi ruoli professionali e nuove competenze per i professionisti sanitari che necessariamente si collegano al tema delle responsabilità. Con l'approvazione della Legge "Gelli-Bianco" si è definito il tema della responsabilità professionale del personale sanitario e della sicurezza delle cure per gli assistiti, ponendo il focus sul tema assicurativo, i comportamenti preventivi e la responsabilità individuale. L'infermiere dirigente deve necessariamente avere padronanza dei temi di responsabilità e assicurativi collegati, sia degli operatori gestiti sia inerenti il proprio ruolo.
Il convegno è gratuito per i soci Cid in regola con l'iscrizione per il 2018, mentre, per i non iscritti, è previsto un contributo di 10 euro da versare a mezzo carta di credito/paypal o bonifico bancario. Le iscrizioni sono aperte e si possono effettuare on line dal sito.
"Gli infermieri accolgono le difficoltà espresse dai medici, peraltro in gran parte sovrapponibili ad ogni professionista sanitario, ma non si pensi solo a loro, dopo lo sciopero di dicembre".
Come ben noto, il 12 dicembre scorso i medici in tutta Italia hanno scioperato.
Gli Ordini delle professioni Infermieristiche della Regione Toscana restano perplessi per come la Regione Toscana non abbia avuto nessuna difficoltà a sottoscrivere un impegno formale per sostenere il rinnovo dei contratti in ambito medico e impegnarsi nel monitorare l'assetto organico sempre in esclusivo ambito medico, chiedendosi perché tali impegni non debbano essere trasversali a tutte le professioni e con quale criterio si vada a dare un così importante segnale di supporto monoprofessionale. Da questi presupposti nasce la missiva indirizzata dai vertici regionali OPI all'assessore Stefania Saccardi e al presidente della commissione Salute, Stefano Scaramelli.
Ecco il testo integrale della missiva.
"Dopo una serie di incontri con l'Assessorato con la richiesta di istituire alcuni tavoli tecnici per la valorizzazione delle competenze infermieristiche questa è rimasta inevasa. È pronta o non è pronta la Regione Toscana a dare seguito al Piano Nazionale Cronicità, al DM70/2015 e al patto della salute 2014/16 agendo con forza sullo sviluppo infermieristico in seno alle cure primarie ed intermedie? È pronta o non è pronta a lavorare sugli assetti qualitativi delle RSA e degli ambiti socio assistenziali o davvero ancora pensiamo che i minutaggi espressi dalla Legge Regionale Toscana n. 82/2009 e s.m.i. "Accreditamento delle Strutture e dei servizi alla persona del sistema sociale integrato" e il DPGR n. 29/R/2010 "Regolamento di attuazione della L.R. n. 82/2009" siano espressione di garanzia? È a conoscenza la Regione Toscana delle condizioni di lavoro infermieristiche economicamente degradanti e del carico di lavoro infermieristico spropositato nelle residenze sanitarie che non può, con tutta la volontà di questo mondo, garantire un'assistenza infermieristica degna di questo nome?
Ricordiamo alla Regione Toscana di aver promosso un accordo con la medicina generale per la Sanità D'Iniziativa degno di un ricorso al TAR e che pur ampiamente riscritto certo non ci vede entusiasti.
Mettiamo a conoscenza la Regione Toscana del documento OASI recentemente emesso che continua a confermare un rapporto infermieri/medici tra i più bassi d'Europa (1,5/1) e pur assumendo tutti gli infermieri in graduatoria Estar arriveremmo ad un rapporto di circa 2.6 (ben inferiore ad esempio a Bolzano, il territorio più virtuoso d'Italia, che ha il rapporto di 3.3, ed è ancora inferiore agli standard europei.)
Mettiamo a conoscenza la Regione Toscana del Progetto Europeo Health Workforce Planning and Forecasting secondo il quale in Italia mancano 60.000 infermieri per rispondere ai fabbisogni di salute della popolazione in uno scenario "medio" e che gli ultimi dati della Ragioneria di Stato individuavano in Toscana 2609 unità mancanti che non potranno comunque essere raggiunte pur esaurendo la graduatoria Estar per altro ancora ferma.
Ricordiamo alla Regione Toscana che in Parlamento si approva un emendamento che implementa, sia pure per il prossimo contratto le risorse, partendo dalla retribuzione individuale di anzianità (RIA), il solo contratto della dirigenza medico e sanitaria e non per il comparto che costerebbe poche centinaia di miglia di euro e non milioni (Ria e stabilizzazione dei ricercatori non riguardano il personale del comparto e non coinvolgono gli oltre 447mila infermieri )
Mettiamo a conoscenza la Regione Toscana che abbiamo un ricambio generazionale insufficiente (35% di infermieri con più di 50 anni in Regione Toscana) con una quota di inidoneità al lavoro del 15% sul totale secondo l'ultima ricerca Cergas/Bocconi.
Mettiamo a conoscenza la Regione Toscana che il più grande studio multicentrico sullo staffing infermieristico (RN4Cast) ha evidenziato come la letteratura internazionale indichi come ideale per garantire una ottimale assistenza infermieristica un rapporto infermiere / paziente nei reparti ospedalieri di 1 a 6, e che gli studi evidenziati hanno dimostrato come un aumento di questo rapporto, aggiungendo un paziente ad ogni infermiere (1 a 7) aumenti del 6% la mortalità e del 23% le cure mancate.
Infine, pur non avendo competenza diretta in merito, ma visto che si è già sbilanciata per i medici, chiediamo: la Regione Toscana conosce lo stipendio medio mensile di un infermiere e a quale anno risale l'ultimo aggiornamento sulle indennità? Ci sono circa 28,000 infermieri iscritti agli Ordini Toscani che hanno sì da piangere lacrime amare per CCNL indegni di una professione intellettuale che ha sulle spalle l'operatività quotidiana del mondo sanitario e che, al limite, condivide lo stesso peso con gli amici medici pur su ambiti disciplinari diversi. Siamo ben curiosi di vedere i risultati del nuovo Piano Nazionale Esiti che dal 2018 implementerà proprio l'assistenza infermieristica. Ben vengano le istanze dei medici. Adesso chiediamo quali risposte si intende dare agli infermieri, a meno che non si voglia sottolineare con il silenzio altre evidenze che diventeranno parole chiare alle decine di migliaia di professionisti che vi stanno seguendo.
Chiediamo formalmente un forte patto per l'infermieristica toscana non più procrastinabile".
Gli Ordini delle Professioni Infermieristiche in TOSCANA
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: