Ancora un appuntamento con la nostra rubrica, abbiamo incontrato la nostra collega Maria in servizio presso il U.O.C. di Urologia che ringraziamo per la sua disponibilità e gentilezza.
Parlaci di te. Come hai scelto di fare l'infermiere?
Ciao, ho scelto di fare l'infermiera dopo aver terminato le scuole superiori, sin da bambina giocavo con i miei coetanei a fare l'infermiera. Un giorno, mi trovai sul posto di lavoro di mio padre e vidi una locandina dove pubblicizzavano la "Scuola Infermieri Professionali", così decisi di iscrivermi, ma per accedere bisognava fare una selezione. Contro il parere dei miei famigliari mi sono recata a fare la selezione, eravamo 120 ragazzi solo 60 passarono la selezione, io compresa.
Quale è stato il tuo percorso formativo e lavorativo?
Il mio percorso è iniziato all'Ospedale Santo Spirito di Pescara, eravamo quattro ragazze appena diplomate, con molta paura iniziammo questo percorso nel reparto di Geriatria, è stata veramente dura però siamo riusciti ad ottenere dei bei risultati.
Qual è il tuo rapporto con i colleghi ?
Il rapporto con i miei colleghi è stato quasi sempre positivo, grazie al mio carattere. Come in tutti i contesti lavorativi si incontrano colleghi con cui non si instaura un buon rapporto; adoro prendermi cura degli studenti di infermieristica a cui tengo in modo particolare.
Come pensi che l'utenza recepisca oggi la nostra "professione"?
Attualmente l'utenza è ben informata su i ruoli che ognuno di noi svolge, ma bisogna rimanere sempre umili e professionali, dando il massimo.
Cosa consiglieresti ai giovani che decidono di intraprendere questa professione?
Consiglierei di non prendere questo lavoro come un ripiego, ma se si decide di farlo bisogna essere professionali, umile e con grande cuore
Nella tua realtà lavorativa riesci ad esprimere la tua "autonomia professionale"? Se No perché
Nella mia realtà lavorativa, il reparto di Urologia, riesco ad esprimere la mia autonomia, anche in precedenza lavorando in un reparto di medicina ed oncologia per molti anni sono riuscita ad instaurare un buon rapporto di fiducia e complicità con il personale medico che mi ha permesso di ottenere una buona autonomia.
L'infermiere come professionista ha la capacità di aggiornarsi e arricchirsi con la formazione e la ricerca. Nella tua realtà lavorativa è così?
Purtroppo con la carenza di personale facciamo grande fatica ad aggiornarci, cerco sempre di farli durante i giorni di riposo ed allo smonto notte. Non si finisce mai di imparare cose nuove.
L'infermiere ha una responsabilità diretta del proprio lavoro. Ne sei consapevole? Cosa ne pensi?
Noi infermieri abbiamo una grandissima responsabilità nei confronti dei nostri malati, facciamo del nostro meglio per far si che la loro permanenza in ospedale sia alleggerita dai nostri sorrisi, anche nei momenti più brutti.
Cosa cambieresti della nostra professione?
Ci sarebbero tante cose da cambiare, rispetto a quando io facevo l'allieva (venti anni fa) abbiamo fatto passi da gigante.
Le ultime terribili vicende, legate all'emergenza hanno visto come protagonisti molti nostri colleghi, che in alcuni casi hanno pagato con la vita l'impegno del proprio lavoro. Quali considerazioni ti senti di fare in merito?
Ultimamente la nostra Regione è stata colpita da diverse emergenze, prima il terremoto e poi, per completare, anche la neve che è costata anche la vita a dei nostri colleghi, che sempre con professionalità e spirito di sacrifico hanno dato il massimo
ed addirittura anche la loro vita.
In occasione della festa internazionale dei bambini (1 giugno) il Collegio OPI di Genova ha lanciato un messaggio forte e chiaro alla cittadinanza: gli infermieri sono al fianco dei bambini e dei giovani, per salvaguardare e sostenere il loro diritto ad una vita sicura al riparo dalle situazioni violente.
Infermieri al fianco di bambini e giovani per una società sostenibile
Lo scorso 1 giugno, in occasione della Festa internazionale dei bambini, il Collegio OPI di Genova - con il supporto e il contributo della Regione Liguria e dell'istituto comprensivo di San Teodoro - si è reso promotore di un evento celebrativo ricco di momenti di gioco e di riflessione....
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: