Sembra aprirsi sotto i migliori auspici questo nuovo anno per i professionisti infermieri abruzzesi. Lunedì prossimo, 16 gennaio, si insedieranno i primi due dirigenti infermieristici nell'Azienda sanitaria locale di Teramo, quale esito del primo concorso per l'attribuzione di incarichi dirigenziali a tempo indeterminato. «L'esperienza pionieristica di Chieti – afferma il presidente del Collegio provinciale OPI di Chieti, Giancarlo Cicolini – è ancora in fase di sviluppo, ma ha comunque, per la prima volta nella nostra regione, visto l'attivazione di un Servizio delle professioni sanitarie, garante di un'assistenza sempre meglio organizzata e in grado di soddisfare i mutevoli bisogni dei cittadini. La presa in carico globale (territoriale e ospedaliera) degli assistiti ha necessità di prevedere modelli organizzativi in grado di centralizzare il paziente in quel percorso di cura sempre più integrato e personalizzato».
Un plauso arriva dunque dai Collegi OPI delle quattro province, che rappresentano gli infermieri abruzzesi e che tanto si sono prodigati con l'assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, per realizzare Dipartimenti delle professioni sanitarie in tutte le Asl.
Il presidente dell'OPI di Teramo, Cristian Pediconi, pur entusiasta di questo primo passo nella Asl di riferimento per la realizzazione di un'organizzazione innovativa, auspica che «le due figure dirigenziali siano collocate onorando le linee guida per la realizzazione dei nuovi atti aziendali, presentati alla fine dello scorso anno dall'assessore Paolucci».
28/12/2016 - Netta presa di posizione OPI dopo la diffusione della notizia dell'intenzione del Comune di regolamentare il settore dell'assistenza a domicilio.
Il Collegio OPI di Torino interviene ufficialmente, con una nota a firma della presidente Maria Adele Schirru, nel dibattito, ripreso oggi dal quotidiano "La Stampa", sulla ricerca effettuata dal Comune sul fabbisogno di formazione nel lavoro di cura. I risultati della ricerca confermano come le famiglie affidino sempre più spesso l'assistenza dei propri cari alle "badanti", anche nei casi in cui servirebbero competenze infermieristiche. L'articolo cita l'intenzione del Comune di regolarizzare questo settore, anche mediante un "albo delle badanti".
Di qui la reazione dell'OPI, di cui riportiamo ampi stralci di seguito:
"L'idea di un'assistenza h24 ad anziani, non autosufficienti, malati cronici è la nostra idea, non c'è dubbio. L'idea che questa assistenza debba avvenire dove la persona vive è la ricetta migliore per soddisfare i suoi bisogni e la qualità di vita di cui tutti hanno necessità.
L'idea che le badanti debbano essere 'professionalizzate' e quindi si debbano riconoscere quelle capaci e 'ufficiali' da quelle improvvisate e pericolose ai fini della salute - scrive Schirru - è una necessità legata all'evidenza che dove non arriva il servizio pubblico qualcuno deve pure esserci accanto a queste persone. Ma tutto deve essere fatto secondo canoni di regolarità e di competenza. Ed è per questo che, se un 'albo' delle badanti deve esserci (sarebbe opportuno denominarlo registro), a definire chi ne può far parte deve essere una selezione post-formazione, entrambi possibili solo da parte di un professionista sanitario che ha quale obiettivo primario l'assistenza e il prendersi cura: l'infermiere.
E' per questo che idee, innovazioni e progetti, seppure con fini nobili, devono seguire strade appropriate.
E' per questo che come Collegio siamo disponibili a fornire il nostro contributo sia per la definizione dei percorsi formativi sia per individuare criteri di verifica delle capacità di chi potrà far parte del registro.
E' anche per questo - conclude OPI Torino - che respingeremo sempre con forza l'idea che a una badante, per quanto
formata, possano essere riconosciute competenze infermieristiche. Quelle cioè che gli infermieri acquisiscono a livello universitario, lavorando nelle strutture sanitarie e gestendo dal punto di vista clinico e manageriale la persona. Nessuna competenza infermieristica quindi, può essere attribuita ad altro soggetto. Piuttosto, ribadiamo la necessità di una presenza più capillare di infermieri sul territorio in modo tale che questi possano assumere la responsabilità assistenziale,
eventualmente coadiuvati da caregiver laici meglio informati su cosa poter fare per assistere con maggiore competenza le persone loro affidate. Obiettivo primario è garantire la sicurezza delle cure ed evitare effetti dannosi di atti inappropriati che si sommerebbero a quelli della condizione clinica".
L'intervista al Presidente Cristian Pediconi, rilasciata all'emittente televisiva Super J il 30/12/2015.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: