"L'INFERMIERE" ON LINE - Aggressività: un problema emergente in sanità, soprattutto in ambito psichiatrico Potenzialmente pesanti le conseguenze non solo per la persona assistita ma anche per il professionista che lo assiste. Parole chiave: prevenire e gestire migliorando la qualità delle prestazioni erogate
Qual è lo strumento con una buona predittività nei confronti delle condotte aggressive e che possa rappresentare un supporto concreto alla valutazione da parte del professionista?
La Brøset Violence Checklist (BVC) è quello che tra tutti quelli attualmente conosciuti, ha dimostrato un buon livello di predittività secondo quando affermato da Terzoni, Ferrara, Lo Giudice e Destrebecq, autori dell'articolo "Validazione italiana della Brøset Violence Checklist (BVC) per la valutazione a breve termine del rischio di comportamenti violenti di pazienti in un'unità psichiatrica" - (L'Infermiere online n 1 del 2016).
Uno strumento elaborato in Norvegia strutturato in sei indicatori (confusione, irritabilità, clamorosità, minacce verbali, minacce fisiche, crisi pantoplastica) e validato in diversi contesti psichiatrici europei, continuano gli autori, che nonostante la sua dimostrata capacità predittiva non ha una versione italiana.
Ed è proprio alla validazione italiana dello strumento che hanno lavorato gli autori: attraverso l'osservazione di 153 pazienti hanno potuto documentarne la semplicità e velocità di compilazione e evidenziarne, analizzando i risultati ottenuti dalle osservazioni sui pazienti, la capacità di indentificare precocemente le persone a rischio di comportamenti violenti.
(Il testo integrale dell'articolo "Validazione italiana della Brøset Violence Checklist (BVC) per la valutazione a breve termine del rischio di comportamenti violenti di pazienti in un'unità psichiatrica" di Stefano Terzoni,Paolo Ferrara, Annalisa Lo Giudice, Anne Destrebecq è pubblicato nella sezione "Scienze infermieristiche" de L'Infermiere n.1/2016.
Svolta storica in Liguria! La regione approva la figura dell'infermiere di famiglia che seguirà a domicilio i pazienti più fragili segnalati dei medici di medicina generale.
La maggioranza in regione Liguria ha approvato anche l'istituzione della super azienda sanitaria ligure (acronimo ALISA) con compiti di gestione e programmazione delle attuali 5 Asl e dei servizi territoriali. Nel documento è stato inserito l'emendamento che apre le porte all'infermiere di comunità, con la sperimentazione della figura dell'infermiere "case manager".
Un grande risultato per gli infermieri di questa regione grazie anche al grande lavoro del coordinamento regionale OPI ligure che riesce ad ottenere anche un grande risultato politico con una giunta regionale attenta alle dinamiche e alle problematiche sanitarie della popolazione.
L'Infermiere di famiglia avrà in carico circa 500 – 600 casi segnalati dal medici di medicina generale, questo consentirà di ridurre i ricoveri ospedalieri dei pazienti fragili del 25% come dimostrato in altri territori dove questa figura è già operativa da tempo (Friuli Venezia Giulia).
Abbiamo chiesto al Collega Francesco Falli, uno dei quattro Presidenti OPI della Liguria e Segretario del Coordinamento ligure dei Collegi come si è arrivati a questo risultato, importante per la categoria...
FALLI: Credo che, una volta di più, a far breccia sia stata la unione e la coesione del gruppo. In questo caso e in questa Regione, è forse un bene essere in pochi a comporre il Coordinamento (siamo infatti solo in quattro a rappresentare le altrettante Province) e probabilmente il fatto di essere riusciti, in questi anni di collaborazione, a raggiungere una buona intesa personale e professionale fra noi ha permesso di comunicare unità, compattezza, forza.
Ci ha in parte aiutato anche il fatto di essere in carica da un pò di tempo, ognuno di noi ha – come dire – raggiunto un discreto grado di esperienza che va a compensare alcuni dei nostri umani limiti...parlo soprattutto di me, che con il tempo ho imparato che posizioni anche diverse sono prima di tutto da rispettare e che il tuo interlocutore ha da insegnarti qualcosa, sempre.
E i miei tre Colleghi Presidenti hanno fatto un lavoro grande, meticoloso, e sono loro grato dell'amicizia e della colleganza. Senza di queste, non saremmo forse riusciti a far capire in tempi così rapidi il plus valore della nostra professione, in questo settore e in questo contesto.
La previsione è contenuta nell'atto di indirizzo all'Aran messo a punto dal Comitato di settore Sanità delle Regioni. Agli ordinamenti didattici penserà il ministero dell'Università
Nel nuovo contratto ci sarà il "professionista specialista", laureato e con un master di primo livello nelle professioni sanitarie. E ci sarà un "professionista esperto", quello che ha acquisito competenze avanzate grazie a percorsi formativi complementari regionali e le attività professionali svolte anche in base a protocolli concordati tra le rappresentanze delle professioni, di quelle mediche e dell'area sanitaria in generale.
Gli aspetti economici del nuovo professionista specialista e di quello esperto saranno definiti al momento della revisione di tutte le funzioni di coordinamento e delle posizioni organizzative.
Arriva così lo sprint delle competenze avanzate per gli infermieri e le altre professioni sanitarie, annunciato già a fine aprile dal presidente del Comitato di settore Sanità, Massimo Garavaglia, in occasione dell'incontro tra le professioni e i sindacati Cgil, Cisl, Uil, proprio sui nuovi sbocchi e sulla crescita delle professioni.
E arriva bypassando anche la trattativa in corso sul comma 566 della Finanziaria 2014 e superando lo stallo in cui il Governo ha lasciato la bozza di accordo Stato-Regioni a cui i governatori già da anni hanno detto sì.
A mettere nero su bianco questa e altre previsioni che ridisegnano di fatto il panorama dell'assistenza è l'atto di indirizzo che il Comitato di settore ha varato oggi e che sarà inviato ora all'Aran, l'Agenzia negoziale per le pubbliche amministrazioni, per dare il via alla nuova tronata contrattuale, ferma ormai da sei anni.
"Le Regioni e il ministero della Salute hanno mantenuto la promessa e la coerenza – commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale OPI -. La promessa era di dare un nuovo impulso alla valorizzazione delle professioni sanitarie seguendo le linee indicate, come anche lo stesso atto di indirizzo ricorda nelle sue premesse, nel Patto per la salute e nel recepimento di tutte le ultime direttive europee in materia. La coerenza perché sono state le Regioni le prime a sottoscrivere e approvare con la bozza di accordo Stato-Regioni ancora in sospeso e, in alcune realtà a rendere già operative, le nuove competenze degli infermieri. Spetterà poi all'Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie, ricostituito presso il ministero dell'Università a marzo di quest'anno, prevedere i vari percorsi formativi, compreso, per la laurea magistrale il nuovo indirizzo clinico, implicito nella nuova figura di professionista specialista. La scelta del Comitato di settore conferma l'efficacia della politica portata avanti dall'OPI e da ora in poi, quando il tavolo contrattuale sarà aperto, passa la palla ai sindacati che dovranno mettercela tutta per applicare, difendere e tutelare il lavoro dei nostri professionisti e di tutti gli operatori chiamati in causa nel nuovo modello di assistenza disegnato dalle Regioni. Tenendo presente che concertazione è la parola chiave. E collaborazione reale per continuare a lavorare fianco a fianco in un nuovo modello di sanità sicura, efficace, appropriata e sostenibile".
E questo è tanto più vero, quanto, come spiega l'atto di indirizzo il nuovo assetto organizzativo si fonda sull' equilibrio tra strutture e funzioni: accanto a una rivista struttura ospedaliera per acuzie, articolata funzionalmente e strutturalmente per dipartimenti, si consolida un modello organizzativo per intensità di cure e dove il rapporto tra ospedale e territorio rende necessarie strutture organizzate secondo i modelli preesistenti, anche con forti differenziazioni tra singole realtà regionali.
Si stanno realizzando ospedali di comunità o reparti a bassa intensità di cura a gestione infermieristica, e si sta attuando, anche con il rinnovo delle convenzioni della medicina generale, pediatria di libera scelta, specialistica ambulatoriale e farmaceutica, il nuovo modello di cure primarie operativo 24 ore al giorno e per 7 giorni alla settimana che ha come corollario la realizzazione dell'integrazione socio-sanitaria
L'atto di indirizzo apre le porte infatti per la prima volta, anche a una nuova area, quella delle professioni sociosanitarie. Tutta da disegnare, specifica il documento, ma indispensabile ancora una volta per applicare la previsione di integrazione socio-sanitaria del Patto per la salute.
I meccanismi economici previsti, vista la scarsità di risorse nazionali, disegnano anche un nuovo meccanismo che avrà alla base un unico fondo contrattuale di secondo livello (Regioni e aziende), armonico su tutto il territorio nazionale, da utilizzare in base all'adeguatezza e all'appropriatezza degli interventi alla tutela della salute individuale e collettiva (meccanismi premianti e meritocratici, quindi).
Sempre a livello di contrattazione integrativa, poi, si dovrà prevedere che a figure professionali sempre più specializzate, autonome e responsabilizzate, sia necessario "corrispondere un conseguentemente adeguamento delle retribuzioni tendendo a un sistema retributivo, che sappia individuare un giusto riconoscimento a capacità e competenze, che sappia valorizzare il merito favorendo la crescita professionale di chi vuole fare di più".
E oggi il Comitato di settore ha dato il via libera anche a un altro atto di indirizzo per i contratti sanitari: quello dei medici e della dirigenza sanitaria in cui per la prima volta, secondo l'accordo sulle aree di contrattazione, fa il suo ingresso anche la dirigenza infermieristica.
Per questa sono previsti gli stessi istituti contrattuali di medici e dirigenti non medici, la stessa struttura contrattuale e delle retribuzioni, da un nuovo percorso di carriera non solo gestionale, ma anche, e soprattutto, professionale all'orario di lavoro, fino alla previsione nel contratto di un modello di coperture assicurative minime omogeneo sul territorio nazionale da declinare a livello delle singole Regioni, anche secondo i diversi moduli assicurativi già presenti sul territorio nazionale.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: