Uno studio danese pubblicato dall'European Journal of Preventive Cardioogy, ha valutato, su una popolazione di oltre 12.000 infermiere, la correlazione lavoro impegnativo,ipertensione e rischio di attacco cardiaco. Tra le migliaia d'infermiere esaminate in questo studio, l'ipertensione, il lavoro di sollevamento e di trasporto di pesi, e lo stare in piedi a lungo, sono stati correlati a una probabilità triplicata di avere un infarto miocardico.
15 MAR - (Reuters Health) – Le donne con ipertensione e con un lavoro particolarmente stressante hanno maggiori possibilità di avere un infarto al miocardio rispetto alle loro coetanee con un'attività meno impegnativo e una pressione arteriosa normale.È quanto emerge da uno studio danese che ha valutato l'interazione tra lavoro fisico, pressione alta e rischio di attacco cardiaco revisionando i dati di oltre 12.000 infermiere.
Continua l'attività formativa proposta dal Collegio OPI di Teramo, questa volta con l'evento: "Infermieri: protagonisti della propria professionalità o abusivi di quella altrui? Un viaggio nelle competenze avanzate di più settori".
L'obiettivo del corso quello di acquisire conoscenze dulla attuale situazione professionale in materia di competenze avanzate, anche attraverso lo studio e l'analisi di ciò che succede nei settori ormai tradizionalemnte "avanzati", come quello dell'emergenza-urgenza, ma con uno sguardo dedicato anche a molte altre realtà spesso meno note, ma certamente altrettanto significative".
Relatore Dott. Francesco Falli, appuntamenti: Prima edizione a Sant'Omero 21 Aprile 2016, seconda edizione Atri 22 Aprile 2016.
Buon lavoro colleghi!
Scarica la locandina (in allegato Download qui sotto) iscriviti inviando un fax al 0861241838 oppure invia una mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Iscrizioni gratuite dal 22 Marzo.
08/03/2016 - Il primo firmatario del Ddl a Napoli per un convegno organizzato dal Collegio provinciale OPI, alla presenza della senatrice Annalisa Silvestro.
"Entro l'estate porteremo a casa la legge sulla responsabilità del personale sanitario". Ad annunciarlo è stato il deputato del Pd Federico Gelli, primo firmatario del disegno di legge (Ddl) già passato alla Camera e in discussione al Senato, nel corso di un convegno organizzato a Napoli dal Collegio provinciale OPI presieduto da Ciro Carbone, componente del Comitato centrale della Federazione.
Per Gelli "il meglio è nemico del bene", quindi se "la norma può essere migliorata", ciò che conta "è riuscire ad approvare una legge che attendiamo da troppo tempo". Resta l'obiettivo di migliorare il testo al Senato senza "stravolgerne i concetti base".
Un pubblico attento e interessato ha affollato la sala congressi dell'Hotel Oriente. Infermieri, soprattutto, ma anche tanti medici, manager e dirigenti di Asl e ospedali. La legge Gelli, cosi come ormai è definita, è stata vivisezionata in tutti i suoi aspetti. E' toccato a Ciro Carbone, Presidente del Collegio OPI di Napoli, aprire i lavori. Nel suo indirizzo di saluto coglie uno degli aspetti centrali della legge: "Un'adeguata gestione del rischio clinico impone al mondo sanitario la necessità di lavorare in equipe multidisciplinari. Ormai la sanità non è più affare di una singola professione, ma è affare di tutti i professionisti che vi operano".
Dei vari aspetti del provvedimento legislativo, da quello giurisprudenziale a quello assicurativo, hanno discusso l'avvocato Gennaro Torrese, presidente dell'Ordine di Torre Annunziata, e il professor Paolo D'Agostino dell'Università di Torino.
Positivo anche il giudizio della senatrice Annalisa Silvestro, che ha richiamato l'esigenza di adeguarsi alla normativa europea. Coordinatori del risk management, infatti, non saranno più solo dai medici specializzati in igiene, epidemiologia e sanità pubblica o equipollenti o con comprovata esperienza almeno triennale nel settore, come prescrive la legge di stabilità 2016, ma anche personale dipendente delle strutture sanitarie con adeguata formazione ed esperienza almeno triennale. Per gli infermieri, quindi, il Ddl apre le porte anche alla possibilità di assumere nuove responsabilità nella gestione del rischio, perché, come ripetuto da numerosi deputati durante l'esame in aula, quello sul paziente è un atto sanitario, senza esclusività e le responsabilità vanno a chi in un determinato momento e per un detrminato processo assistenziale assiste il paziente. Per la senatrice Annalisa Silvestro "questa legge è importante soprattutto perché porta con sé un paradigma innovativo in sanità: integra le professioni, le obbliga a lavorare insieme, abbatte muri e steccati. Impone un ragionamento di sistema che elimina ogni personalismo residuo e dannoso al sistema salute del nostro Paese".
Per Joseph Polimeni, commissario ad acta per la sanità in Campania, è fondamentale "una collaborazione tra tutte le figure professionali della sanità" perché "senza gli infermieri non si fanno modifiche".
Sul fronte opposto, il coordinatore nazionale del Tribunale dei diritti del malato, Tonino Aceti, ha sottolineato la necessità di "contrappesi a favore dei pazienti per realizzare un vero bilanciamento tra le garanzia per i camici bianchi e i diritti dei cittadini". In quest'ottica ha insistito nel chiedere la digitalizzazione della cartella clinica e la registrazione video di quanto accade in sala operatoria.
Il Ddl, tra l'altro, prevede che l'ambito di intervento della responsabilità professionale venga estesa anche alle strutture socio sanitarie. Rimandata a un decreto del ministero dello Sviluppo economico, poi, l'individuazione dei requisiti minimi e delle caratteristiche di garanzie per le polizze assicurative delle strutture sanitarie, che dovranno essere individuati anche per le forme di autoassicurazione e per le altre misure di assunzione diretta del rischio. Sulle azioni di rivalsa, un emendamento dello stesso Gelli ha previsto che quelle nei confronti dell'esercente la professione sanitaria possano avvenire solo per dolo e colpa grave ed è confermato il tetto massimo di tre annualità lorde per agevolare la stipula di assicurazioni a prezzi calmierati. Infine, è escluso dall'iter il possibile intervento della Corte dei Conti.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: