Ricordiamo ancora a tutti i nostri iscritti la possibilità di usufruire della convenzione istituita con ASSIfin che dal 1989 presta la propria professionalità come società di mediazione creditizia.
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Cari colleghi, stanno per essere chiuse le iscrizioni all'evento formativo del 5 Giugno di Atri sulle competenze e responsabilità dell'infermiere. Di seguito è disponibile in download l'elenco ammessi.
Ricordiamo a tutti che la partecipazione è subordinata all'essere in regola con il pagamento della quota annuale. Inoltre, chi non potesse partecipare, è pregato di comunicarlo alla segreteria del Collegio. Buon aggiornamento a tutti.
Un questionario on line per mettere a punto lo stato dell'arte delle cartelle cliniche. Sei i Paesi campione presi in esame, tra cui l'Italia.
Per mettere a punto lo stato dell'arte delle cartelle cliniche, il Centro nazionale malattie rare dell'Istituto superiore di sanità ha promosso un questionario on line nell'ambito del progetto europeo “Store” (Story Telling on Record), partendo dal presupposto che il vissuto del paziente possa facilitare il percorso di diagnosi e cura, tentando di capire se fosse appropriata un'anamnesi o una storia di vita e malattia nella cartella clinica. Va ricordato che solo 20 pazienti su 100, nei Paesi-campione, hanno una cartella clinica unica, e solo quattro su 10 possono avere accesso diretto alla cartella e la possibilità di integrarla. Dai dati resi noti dall'Iss, si può comprendere quanto il vissuto del paziente sia considerato accanto alle evidenze cliniche nel percorso di diagnosi e cura, confermando che la medicina moderna vuole lavorare su progetti utili a capire come fare emergere, valorizzare il vissuto ed includerlo nelle evidenze essenziali della pratica clinica". Il progetto ha fotografato l'utilizzo della cartella clinica attraverso un campione di sei Paesi europei: Italia, Bulgaria, Grecia, Repubblica Ceca, Spagna e Turchia. Nel 75% dei casi, le cartelle cliniche sono in formato sia cartaceo che elettronico; poco meno di metà dei partecipanti usa cartelle cliniche “episode-based; nell'80% dei casi, la cartella clinica è utilizzata da medici e altri professionisti sanitari (60% infermieri, 30% terapisti della riabilitazione e solo in minima parte psicologi, assistenti sociali e altro personale); solo nel 40% dei casi, inoltre, il paziente può leggere la propria cartella e, di questi, solo il 67% può accederne all'intera mentre il 13% anche integrarne le informazioni direttamente.
Tratto da OPI.it
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: