Il Festival di #Sanremo2021 si è aperto con una infermiera sul palco dell'Ariston e un omaggio all'impegno e alla professionalità degli infermieri e di tutti gli operatori sanitari. Ma la battaglia non è finita.
#NonAbbassiamoLaGuardia
Auguri al neo-Commissario per l’emergenza Covid, il Generale Francesco Paolo Figliuolo, dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche.
La FNOPI ha inviato una lettera al Generale Figliuolo per complimentarsi del nuovo incarico e, con l’occasione, ribadire la disponibilità degli infermieri a essere in prima linea nell’emergenza COVID.
“Gli infermieri sono sempre presenti non solo per i pazienti Covid, ma anche per i non Covid spesso dimenticati e come sempre sono attivi negli ospedali come sul territorio e a domicilio dove per ammissione delle stesse associazioni dei cittadini-pazienti sono ritenuti i professionisti che li affiancano lungo tutto il percorso di vita, perché una volta effettuata la diagnosi e individuata la terapia adeguata sono quelli a cui i pazienti fanno riferimento sia nella scelta del percorso sia nelle difficoltà quotidiane di natura clinica, di autosufficienza, educative, relazionali, riabilitative”, si legge nella lettera.
La FNOPI conferma la sua disponibilità a un incontro per illustrare le potenzialità dei professionisti iscritti e nel garantire tutto il supporto necessario sia da parte degli infermieri dipendenti che liberi professionisti e per disegnare un modello di intervento della professione che lasci da parte vecchi stereotipi e punti all’innovazione, in un incontro chiesto al neo-commissario. www.fnopi.it
“Gentile dottoressa Annunziata,
nel Suo programma Mezz'ora in più Rai3 del 28 febbraio, ha affermato che “…siamo pronti a lavorare, a laurearci non dico in medicina, ma almeno per fare l’infermiere aiutante …”.
Un’affermazione che se poteva essere immaginata - anche se non giustificata - 30 anni fa, a partire dalle leggi che si sono susseguite dall’inizio degli anni ’90 e fino alla legge di Stabilità 2021 che ha identificato la specificità infermieristica proprio per sottolineare gli aspetti già evidenti, ma emersi durante la pandemia della professione infermieristica, rappresentano un atteggiamento riduttivo di una professione che riguarda oltre 454mila infermieri in Italia, e che rappresentano oltre il 60% dei professionisti del nostro Servizio sanitario nazionale.
L’infermiere, infatti, è il professionista laureato con laurea 3+2 come prevede la legge, in possesso anche di master e dottorati di ricerca e spesso di incarichi di docenza universitaria, iscritto obbligatoriamente all’Ordine, che si occupa dell’assistenza al paziente per innalzare dal punto di vista clinico e non solo la sua qualità di vita, risponde al suo Codice deontologico emanato per legge e per legge risponde delle sue responsabilità professionali.
È sotto gli occhi di tutti poi che in questo periodo gli infermieri hanno assistito e difeso la salute delle persone anche mettendo a rischio la propria e purtroppo anche la vita (con oltre 100mila contagi sono la categoria professionale della sanità più colpita da virus), visto il numero di decessi registrati durante la pandemia in corso.
Nessun tipo di “aiuto” al medico o “del medico”, ma semmai in partnership con lui e con gli altri professionisti della salute. Una multi-professionalità tra chi si occupa della diagnosi e della prescrizione della terapia e chi si occupa dell’assistenza, della qualità della vita dei pazienti e della verifica che la terapia sia aderente alle necessità cliniche.
Inoltre, gli infermieri - attivi da sempre negli ospedali e sul territorio - sono ritenuti proprio dalle associazioni dei pazienti i professionisti che li affiancano lungo tutto il percorso di vita, perché una volta effettuata la diagnosi e individuata la terapia adeguata sono quelli a cui i pazienti fanno riferimento sia nella scelta del percorso sia nelle difficoltà quotidiane di natura clinica, di autosufficienza, educative, relazionali, riabilitative.
“L’infermiere è la figura che ci permette di gestire al meglio la terapia e spesso ci supporta in alcune scelte terapeutiche e sostiene la nostra qualità di vita”, affermano.
Le chiediamo quindi di evitare frasi ormai obsolete e inutili che sminuiscono una professione riconosciuta da tutti a ben altri livelli e che non rendono certo merito dell’attività che quotidianamente i nostri professionisti svolgono per gli assistiti, soprattutto durante questo periodo di pandemia in cui senza infermieri molti di loro sarebbero rimasti soli.
Se lo riterrà opportuno, e se un anno di informazione sulla pandemia non è stato per Lei bastevole a tale scopo, potrà vedere con i suoi occhi in cosa consiste la professione dell’infermiere: le terapie intensive, le corsie degli ospedali e i pazienti in assistenza domiciliare che senza infermieri non avrebbero assistenza né alcuna speranza di vita saranno la migliore testimonianza per far comprendere che l’infermiere non “aiuta”, ma “assiste” e lo fa in prima persona, autonomamente e con piena competenza professionale con un percorso di studi articolato e continuo.
La aspettiamo e siamo sicuri che le basterà anche meno di mezz'ora per rendersene conto sul campo.
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Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: