L’indennità infermieristica prevista nella legge di bilancio 2021 non è “un’offesa verso le altre professioni” come è stato dichiarato in modo del tutto fuori luogo dal presidente di altra Federazione: l’infermiere assiste clinicamente, organizzativamente, psicologicamente e socialmente h24 le persone che hanno bisogni sanitari di ogni tipo ed è l’unica professione che lo fa.
Per questo la FNOPI ha chiesto da tempo ormai un’area infermieristica separata di cui l’indennità è la prima pietra. Che a quanto pare, creando una situazione di fatto diversa in analogia con quella della dirigenza, è anche più utile per evitare attriti tra professionisti tra i quali invece dovrebbe esserci esclusivamente collaborazione e sinergia.
“Questo – sottolinea la Federazione degli infermieri – il ministro della Salute Roberto Speranza lo sa e di questo ancora una volta lo ringraziamo, e lo sa tutto il Governo, come dimostra la scelta di inserire l’indennità nella manovra, che comunque, come già anticipato, deve essere ulteriormente rafforzata”.
Gli infermieri nella pandemia – e in ogni momento dell’assistenza anche non-Covid – sono stati sempre presenti accanto alla persona, come dimostrano anche purtroppo il numero di decessi e contagi, ogni istante della giornata a prescindere dalla sua situazione, della sua patologia, delle sue necessità che non solo monitora, ma coordina, richiedendo l’intervento nel caso e in base alle necessità di altri professionisti con funzioni diverse secondo le esigenze.
Nessun’offesa quindi, ma esclusivamente il riconoscimento di un’attività completa, complessa e diversa rispetto a quella delle altre professioni. “Il Parlamento – aggiunge la FNOPI – sostenga senza tentennamenti l’indennità di specificità infermieristica. Su questo la comunità infermieristica valuterà attentamente le scelte della politica, senza dare spazio a populismi o generalizzazioni che non hanno ragion d’essere in funzione delle peculiarità e della formazione professionale”.
L’indennità infermieristica riconosce uno stato di fatto di un modello di assistenza che nel mondo è proprio all’assistenza degli infermieri.
In questo momento, conclude la FNOPI, i cittadini hanno bisogno di professionisti coesi, orientati alla loro salute e non limitari in particolarismi e gelosie. www.fnopi.it
“Di che stile (di vita) sei?” è un opuscolo rivolto alla popolazione adulta che, con una grafica creativa, toni e immagini divertenti e un linguaggio non colpevolizzante, descrive gli stili di vita salutari, propone un quiz che attira l’attenzione del lettore, e suggerisce come introdurre nella quotidianità comportamenti a favore della salute.
L’opuscolo è uno dei prodotti realizzati nell’ambito del progetto CCM Azioni Centrali 2017 “Opportunità di Salute”, coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute (CNAPPS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) su mandato del Ministero della Salute.
Gli stili di vita sono quei comportamenti che gli individui assumono nella quotidianità e che incidono in modo significativo sulla salute, non tanto intesa quale “assenza di malattia”, quanto come qualità della vita e di benessere percepito. In particolare, hanno a che fare con le decisioni che riguardano l’alimentazione, l’attività fisica, l’abitudine al fumo e il consumo di alcolici. I fattori che influenzano gli stili di vita delle persone sono diversi: ambientali (come la programmazione urbanistica e infrastrutturale per la mobilità sostenibile), sociali e culturali (per esempio il livello di istruzione e il tipo di lavoro svolto), economici (come la possibilità di accedere ai servizi del territorio) e individuali (motivazioni personali).
L’approccio integrato, multisettoriale e per setting, ai determinanti di salute costituisce proprio la cornice di riferimento del progetto “Opportunità di Salute” che prevede interventi che coinvolgono i singoli individui e la comunità.
Nell’ambito del Progetto sono state elaborate strategie di comunicazione rivolte alla popolazione per promuovere l’assunzione di stili di vita salutari. Queste tengono conto sia delle occasioni quotidiane in cui l’individuo può ripensare le scelte di vita che possono incidere sulla propria salute (al lavoro, a casa, in palestra, ecc), sia delle occasioni in cui professionisti appartenenti a diversi settori del “sistema salute” possono avere l’opportunità di effettuare interventi brevi di promozione di stili di vita salutari.
OPI Teramo ringrazia la URIEL Srls di Notaresco (Te) per la creazione e donazione di mascherine con il logo dell' Ordine Infermieristico.
O
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: