Appuntamento di fine estate per "un caffè" con il collega Mariano Mancini, infermiere presso UO Pronto Soccorso/118 del P.O di Giulianova, che ringraziamo per la disponibilità.
-Parlaci di te, come hai scelto di fare l'infermiere?
Mi chiamo Mariano, ho cinquant'anni, ho una splendida famiglia (mia moglie ed i mie due figli) e faccio questo lavoro dal 1993, dopo essermi iscritto nel 1990 alla scuola infermieri...Come mai ho scelto questo lavoro? Dovreste chiederlo a quella santa donna di mia Madre, che fece la domanda per me, dopodiché fui ammesso al colloquio iniziale.
-Qual'è stato il tuo percorso formativo e lavorativo?
Dal 1993 al 2000 ho lavorato in strutture sanitarie private,nelle quali ho lavorato in prevalenza in servizi geriatrici e di igiene mentale; dal 2001 sono dipendente della ASL Teramo, fiero di prestare servizio presso il Dipartimento di Emergenza/Urgenza nel Presidio di Giulianova.
-Qual'è il tuo rapporto con i colleghi?
Il rapporto con i colleghi è ottimo: stima, rispetto reciproco... Ma anche risate, amicizia e momenti conviviali fuori l'ambito lavorativo. Con i colleghi più giovani tento di instaurare buoni rapporti, ma soprattutto cerco di trasmettere la mia esperienza lavorativa affinché sia utile al loro cammino professionale.
-Come pensi che l'utenza recepisca oggi la nostra professione?
La maggior parte delle persone vede il nostro lavoro per quello che è, ossia una professione di aiuto; purtroppo vi è anche una parte di utenza prevenuta nei confronti degli infermieri, "grazie" ai social- media, dove vi sono accuse e sentenze a prescindere, senza cognizione di causa... Grazie ad un semplice sorriso, qualcun altro ci definisce Angeli.
-Cosa consiglieresti ai giovani che decidono di intraprendere questa professione?
Ai giovani che vorrebbero intraprendere la professione infermieristica, consiglio di fare una scelta oculata, guardandosi dentro, senza considerare la cosa una "semplice" scelta lavorativa, il nostro lavoro è fatto di cuore, passioni e sentimenti, oltre che "saper essere, saper fare".
-Il Codice Deontologico definisce l'infermiere come colui che promuove stili di vita sani, diffondendo il valore della cultura della salute attraverso l'informazione e l'educazione. Ti rispecchi in tale definizione?
Questa domanda mi fa sorridere: lo stile di vita sano, onestamente, non fa parte della mia persona...
Rispondo che lo stile di vita sano per me equivale ad essere buoni di cuore, rispettosi, onesti ed educati, con valori umili e sani da trasmettere ai figli e da mettere in pratica nell'ambito lavorativo e nei contesti sociali.
-Nella tua realtà lavorativa riesci ad esprimere la tua autonomia professionale?
Sì, nel mio mondo lavorativo riesco ad esprimere la mia autonomia professionale, in quanto gran parte dello stesso dipende esclusivamante dalle mie capacità e conoscenze professionali, oltre il mio "saper essere" con i colleghi e con i medici, ma soprattutto con i pazienti.
-L'infermiere come professionista ha la capacità di aggiornarsi ed arricchirsi con la formazione e la ricerca. nella tua realtà lavorativa è così?
Nella mia realtà aggiornarsi è un difficile dovere, a volte difficile per problematiche logistiche e lavorative; in questo ringrazio il nostro Ordine Professionale sempre propositivo ed efficiente.
-L'infermiere ha una responsabilità diretta del proprio lavoro. Ne sei consapevole? Cosa ne pensi?
E' giusto che sia così, la nostra professione è cresciuta tanto negli anni, il "vassallaggio" al medico è finito ed è giusto che ci si riconosca a pieno come professionisti, con onori e oneri. Ecco perchè ribadisco alle nuove leve di iniziare questo lavoro con lo spirito giusto, senza dimenticare scienza e coscienza.
-Cosa cambieresti nella nostra professione?
Assolutamente nulla, amo questo lavoro, per quello che mi dà e per quello che riesco a dare...
A me basta un sorriso di una persona che sta uscendo dal pronto soccorso, con un semplice grazie...
-Le ultime terribili vicende, legate all'emergenza, hanno visto come protagonisti molti nostri colleghi, che, in alcuni casi hanno pagato con la vita l'impegno del proprio lavoro. Quali considerazioni ti senti di fare in merito?
La nostra è una scelta lavorativa legata ad un impegno morale, professionale e sentimentale nei confronti di questa professione.
Personalmente ho partecipato fattivamente alla tragedia che colpì L'Aquila, insieme ad altri colleghi infermieri e medici: una coesione unica ed eccezionale, al solo scopo di dare aiuto a chi ne avesse bisogno.
Purtroppo il rischio fa parte della nostra realtà lavorativa.
Milano, 8 giugno 2018
Diritti, doveri, indennità, carriere e responsabilità dei professionisti sanitari
Accreditato per tutte le professioni
10 crediti formativi Per informazioni ed iscrizioni
All’inizio dell’anno è uscito l’ultimo film di Verdone “Benedetta follia”. Il filo narrativo è quello solito cui ci ha abituato l’attore e regista romano, caratterizzato da un lui protagonista, in crisi esistenziale fra rotture e manie da ipocondriaco cronico, sostenuto dalla bella di turno che lo conduce per mano verso un finale felice, quanto scontato. Più che la trama qui preme di sottolineare, forse per la prima volta nei lavori di Verdone, la presenza della figura di un’infermiera che quasi fuoriesce dai soliti cliché.
Quell’infermiera non più un cliché nell’ultimo film di Verdone
L’infermiera viene mostrata una professionista preparata, culturalmente competente, posata, in grado di fare educazione sanitaria e di consigliare percorsi diagnostico-terapeutici. È vestita di una divisa colorata, ma sobria, e si muove in un ambiente sostanzialmente rilassante.
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: