Nel suo ultimo libro, Sandro Spinsanti affronta di petto e senza reticenze il delicato tema di quale sia la “cura giusta” (come recita il sottotitolo) alla fine della vita e lo fa accompagnando il lettore in un percorso che si nutre di almeno tre fonti: la riflessione filosofica; l’esperienza “sul campo” maturata in tanti di anni di collaborazione con associazioni e società scientifiche, di formazione e di ascolto di curanti; passi e testi letterari che testimoniano meditazioni profonde sulla fine della vita. Sono forse questi ultimi a costituire la cornice delle riflessioni proposte, grazie alle ricche citazioni presenti nel testo e ai brani riportati in chiusura dei capitoli. Attraverso Céine e Pirandello, Buzzati e Matheson, Crane e Stephen King, l’autore mostra come la letteratura sia una sorgente inesauribile di spunti e chiave di lettura per comprendere il cammino della medicina moderna e contemporanea.
09 MAR - Gentile direttore,
ho partecipato alle giornate romane del primo congresso nazionale OPI e, irrobustito da anni di esperienza, ho vinto una scommessa che ho acceso con i Colleghi spezzini presenti (solo un caffè, tanto era scontata la conclusione della stessa: non mi piace vincere facile); il tema, le attese repliche alle dichiarazioni del Prof. Mario Melazzini, Presidente AIFA.
Immaginavo le repliche, e queste sono giunte precise, puntuali - già nella stessa giornata di mercoledì! - da ogni fronte, ordinistico e sindacale, degli amici Medici. I quali fanno la loro parte, e lo comprendo perfettamente: ma credo sia chiaro che non stiamo cercando di ''rubare'' la scena a nessuno.
Il Professor Melazzini è una persona, peraltro, eccellente, stimata in ogni contesto e che forse proprio per questo diventa ancora più temibile se propone ''cose nuove'' intorno all'Infermiere italiano; ed a questo punto mi permetto di fare ''copia & incolla'' dal Vostro testo sia per non sbagliare nel citarlo, sia per ribadire che non ha detto ''gli Infermieri prescriveranno i farmaci proprio come i Medici'', ma ben altro, come qui si legge:
''....L’infermiere, nella mia visione, svolge un ruolo da co-protagonista e un cambiamento nell’approccio culturale alla professione potrebbe consentire di allargarne ulteriormente gli orizzonti, così come accade in altri Paesi europei. Ad esempio, nel Regno Unito, l’infermiere ha la possibilità di prescrivere un numero ristretto e ben definito di farmaci, nel contesto di un piano clinico paziente specifico dopo diagnosi medica. Altra esperienza di rilievo è quella della Spagna, in cui non si parla mai di prescrizione ma di dispensazione di medicinali. L’ordine di dispensazione è il termine utilizzato al posto della ricetta medica.''
Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: