L’Università Politecnica delle Marche-UNIVPM presenta il primo corso di laurea Magistrale in “Management pubblico e dei sistemi socio-sanitari (MPSS)”, con sede a San Benedetto del Tronto.
Un corso che comprende non solo la Pubblica amministrazione, ma anche quello sanitario e socio-sanitario per il quale le esigenze poste dall’integrazione europea e dai processi di riforma italiani richiedono figure professionali che qui si mira a formare. E che, dunque, si inserisce in un segmento particolare, non coperto al momento da altri.
Un’occasione per molti studenti delle Professioni infermieristiche, visto che l’attività formativa del CdL è tarata su temi che amplificano e allargano le conoscenze e le competenze di chi intende specializzarsi sul versante del Management. Vi si formeranno figure altamente qualificate che possiedono le competenze e le conoscenze necessarie per introdurre ed utilizzare efficacemente, nelle varie aree, le innovazioni per la pianificazione, gestione, organizzazione e controllo delle Amministrazioni pubbliche, delle Aziende sanitarie e delle organizzazioni no profit, anche in un’ottica di network.
La Laurea (ad accesso libero, subordinato all’esito di un colloquio) è aperta a quanti, avendone già una triennale in Infermieristica, vogliano orientarsi sul versante non solo clinico, acquisendo una formazione a più ampio spettro.
Il CdL magistrale si caratterizza per la formazione di manager e la sua progettazione è stata effettuata cercando un confronto con le Aziende sanitarie, sociali e no profit, Amministrazioni pubbliche, associazioni imprenditoriali e Ordini professionali, per assicurare, da un lato, un percorso culturalmente forte e in linea con le richieste del mercato del lavoro e, dall’altro, una serie di opportunità di contatto fra studenti e stakeholder di riferimento per gli sbocchi occupazionali.
Tra gli argomenti di studio: Management delle Aziende sanitarie; Bilancio sociale e valutazione gestionale nei sistemi socio-sanitari; Diritto del lavoro nella PA e nelle Aziende sanitarie; Sociologia della salute e delle professioni; Marketing e fund raising delle aziende pubbliche e non profit.
La delibera 305/2021 del Veneto va oltre le previsioni dell’accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003, al quale è necessario uniformarsi, anche volendo metter in campo una sua revisione.
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha risposto all’interpellanza urgente dell’on. Boschi in merito alla delibera della Regione Veneto sugli OSS.
Nella risposta, il Sottosegretario ha citato la FNOPI e ha riconosciuto come la delibera della Regione Veneto abbia esteso i limiti della figura professionale dell’OSS oltre quelli previsti. Ha inoltre segnalato come il Ministero della Salute intenda verificare l’accordo sulle competenze dell’OSS.
Sileri ha ricordato come il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, abbia precisato che con la delibera n. 305 sulla formazione in assistenza sanitaria dell’OSS si sia perseguito l’interesse collettivo, mantenendo l’infermiere al centro del percorso di cura.
Il Sottosegretario Sileri ha poi ripercorso il quadro normativo dell’OSS, specificandone le caratteristiche socio-sanitarie e la formazione non universitaria delegata alla Regioni e alle Province autonome.
Ha dunque ricordato i compiti dell’OSS, da svolgersi sotto la supervisione della professione infermieristica, in quanto sprovvisto delle caratteristiche proprie delle professioni sanitarie, ovvero la laurea e l’iscrizione ad un albo di professione.
Notando come la FNOPI e gli OPI veneti e lombardi abbiano notato la sovrapposizione delle figure professionali a seguito della delibera, il sottosegretario ha condiviso questa interpretazione sottolineando come essa ampliato le possibilità di azione dell’OSS oltre i limiti previsti dall’accordo 16 gennaio 2003 raggiunto in Conferenza Stato-Regioni sulla formazione complementare della figura in esame.
Ha dunque espresso la necessità di verificare tale accordo per dare uniformità, creare dei registri regionali – che vengano riuniti in uno nazionale – e per garantire una formazione omogenea per ore e contenuti, in modo da conferire maggiore sicurezza a pazienti ed OSS e per evitare la sovrapposizione di competenze.
Notando infine di avere ricevuto la delega per le professioni sanitarie, ha fatto presente come tale processo di verifica sia una priorità per il ministero della Salute.
Nei prossimi mesi verrà dunque sviluppata una roadmap per rinnovare l’accordo del 2003.
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Per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici». Il contenuto di questa pagina proviene dall'OPI Carbonia Iglesias, ringraziamo i colleghi.
Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Teramo, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:
Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.
Poter esporre questo progetto in dirittura d’arrivo complessivo e definitivo è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.
Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.
Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente al Consigli Direttivi.
In particolare: