La nuova indicazione, secondo quanto anticipato dall'Adnkronos, dovrebbe prevedere una semplice "raccomandazione" del loro utilizzo in presenza di anziani, fragili e immunodepressi. Ad ogni modo, la decisione sarà lasciata ai direttori sanitari dei singoli ospedali, ai direttori medici delle strutture territoriali e ai medici di famiglia e pediatri per i loro studi e sale d'attesa. Niente obblighi o raccomandazioni per i bar, le mense e le sale di stazionamento degli ospedali.
27 APR - In dirittura d'arrivo la nuova ordinanza del ministro della Salute Orazio Schillaci in vista della scadenza del 30 aprile dell'obbligo di indossare mascherine all'interno degli ospedali. La nuova indicazione, secondo quanto anticipato dall'Adnkronos Salute, dovrebbe prevedere una semplice "raccomandazione" del loro utilizzo in presenza di anziani, fragili e immunodepressi. Ad ogni modo, la decisione sarà lasciata ai direttori sanitari dei singoli ospedali, ai direttori medici delle strutture territoriali e ai medici di famiglia e pediatri per i loro studi e sale d'attesa.
Non vi saranno invece obbligo o raccomandazioni per i bar, le mense e le sale di stazionamento degli ospedali.
L'obbligo di utilizzo delle mascherine resterà solo nei pronto soccorso per quei pazienti con sintomi respiratori e i contatti come personale e altri pazienti e parenti. Obbligo di mascherina ancora in vigore anche per il personale dipendente e i parenti in visita nelle Rsa e nelle strutture di lungodegenza e riabilitazione.
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Da quando, il Comitato prezzi e rimborsi dell’Aifa ha approvato la gratuità della contraccezione ormonale in Italia, con una decisione di portata storica, balzata in apertura di tutti i siti e giornali italiani anche per le sue grandi implicazioni politiche, le voci favorevoli e contrarie si sono succedute per tutto il fine settimana. Voci degli operatori del settore, che hanno in generale accolto con positività il via libera dell’ente regolatorio, dando però i propri pareri tecnici sulle implicazioni operative della decisione; voci di associazioni e personaggi politici divisi fra maggioranza (critica) e opposizione (entusiasta).
Partiamo dal carosello di deputati e senatori che si sono espressi sul tema: D’Elia, Boldrini, Moretti, Bonafoni e altri esponenti del PD hanno lodato l’Aifa per la svolta a favore delle donne, attesa da tempo (e già intrapresa da alcune Regioni) e che rappresenta passo avanti importante per la tutela della salute sessuale e riproduttiva. Una "crescita di civiltà" e "una nuova attenzione verso la salute sessuale delle donne": per il presidente della consulta di Bioetica, Maurizio Mori, questo rappresenta la decisione dell'Aifa. "Grazie alla contraccezione gratuita e sicura, la sessualità rientra ancora di più nell'ambito del controllo umano, e viene sottratta ai presunti dinamismi intrinseci che per millenni hanno regolato la riproduzione", osserva.
La decisione è stata accolta con favore anche dal presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli: il provvedimento, ha osservato, "rende le donne uguali davanti alla salute" e "consente di favorire i ceti più deboli della popolazione". E' chiaro, ha aggiunto, che "resta l'obbligo della prescrizione medica".
Lavinia Mennuni, senatore di Fdi, chiede invece “un passo indietro” da parte dell’Agenzia, in quanto “abbiamo una priorità ed è che ogni risorsa disponibile dello Stato venga apposta per favorire la natalità e sostenere la famiglia”. Per il Moige, con questa mossa l’Aifa “discrimina chi fa figli”, mentre per Filomena Gallo dell’associazione Coscioni, l’Agenzia ha affermato “il principio di universalità e uguaglianza sul quale dovrebbe basarsi il nostro intero Sistema sanitario nazionale”.
Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, avverte: “La prossima settimana il Cda di Aifa sarà chiamato a ratificare la decisione di rendere gratuita per tutte le donne la pillola anticoncezionale. Ovvio che noi donne non ci aspettiamo alcuna retromarcia, non scherziamo. Visto che esponenti della destra si sono spinti a sostenere che l’iniziativa contrasta la crescita della natalità, ricordiamo che la maternità è una scelta volontaria delle donne”. In realtà, la decisione di porre il ‘bollino’ finale su questo tema (non scontata) potrebbe slittare al Cda di maggio.
Operativamente, come si diceva, c’è chi come la Federazione SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), ha evidenziato la necessità di alcune precisazioni: “Ringraziando ancora l’Aifa per aver reso centrale il problema della contraccezione in Italia, ci si augura che: tutti i contraccettivi, sia daily che depot, siano resi gratuiti a carico del SSN, al fine di permettere la scelta del contraccettivo maggiormente indicato per ogni singola donna; che la vendita del contraccettivo avvenga sempre su prescrizione medica, al fine di poter scegliere il contraccettivo maggiormente indicato per ogni singola donna; che sia implementata una campagna informativa e formativa sulla “sessualità responsabile”; che siano implementate le strutture consultoriali e resi gratuiti gli ambulatori pubblici di pianificazione familiare affinché le donne trovino facilmente uno specialista pronto a consigliarle il contraccettivo per lei più idoneo; che siano previste possibilità di contraccezione long acting da proporre, a carico del SSN, alle donne nella stessa seduta in cui si sottopongono ad intervento di IVG”.
Per Mario Puiatti, presidente AIED, “è un ritorno al futuro, di cui siamo molto soddisfatti. Nel senso che fino al 1993, ovvero fino a trent’anni fa, la contraccezione era già gratuita, e questo ha contribuito anche alla sua conoscenza e diffusione tra le donne italiane. Con la decisione attuale dell’AIFA, viene restituita fiducia sulla sicurezza di un farmaco usato da decenni da milioni di donne, ma soprattutto si restituisce alla contraccezione il ruolo prioritario per la tutela della salute e del benessere delle donne e delle ragazze.
Ora è importante potenziare il ruolo dei consultori, che devono essere pronti ad assistere le donne e soprattutto le adolescenti che vogliono usare la contraccezione orale. Questa è l’occasione per attivare una informazione corretta e contribuire ad una maggiore consapevolezza degli italiani sulla salute sessuale e riproduttiva”. Per Annamaria Colao, presidente della Società italiana di Endocrinologia, la gratuita della pillola anticoncezionale "è una straordinaria possibilità per le giovani. Un'opportunità per aiutarle ad avere una sessualità consapevole riducendo drasticamente il numero di interruzioni di gravidanza". Questo "è un tema a forte impatto sociale. Avere la possibilità di una contraccezione gratuita ne incentiverà l'uso con un impatto importante sulle gravidanze indesiderate", aggiunge Colao sottolineando, però, l'importanza "di consultarsi sempre con il medico di famiglia, il ginecologo o l'endocrinologo prima dell'utilizzo di estroprogestinici".
https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=113189
Un evento molto importante e formativo, quello che si è tenuto oggi presso Palazzo Kursaal a Giulianova, evento ANIN patrocinato dalla Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche rappresentata dal consigliere Giancarlo Cicolini (Presidente OPI Pescara) ed i quattro Ordini Provinciali Abruzzesi; L'Aquila, Chieti, Teramo, Pescara quest'ultimo rappresentato dalla Presidente Irene Rosini.
Moderatori della giornata il Presidente ANIN Giusy Pipitone, il delegato ANIN e vicepresidente OPI Teramo Andrea Fini ed il Presidente OPI Teramo Cristian Pediconi che hanno ringraziato tutte le autorità intervenute e la città di Giulianova che ha patrocinato l'evento.
Ne "IL PERCORSO DELLE PERSONE COLPITE DA STROKE: PRENDERSI CURA DEI PAZIENTI E DEI CAREGIVER" le tematiche sono state molteplici e diversi sono stati i professionisti che si sono interfacciati durante il dibattito.
Un rigraziamento speciale a tutti i colleghi intervenuti ed ai relatori della giornata; Gabriele Manente, Corrado Lucantoni, Alessandra Marinelli, Oscar Dell'Arciprete, Andrea Zivelli, Mariangela Di Grazia, Irene Rosini (presidente OPI Pescara), Federico Cortese, Gianluca Pucciarelli, G.Di Vito, Centoletti Cesida, Francesca Scatena.
Il tema principale dell'evento è stata la gestione medica e infermieristica dell'Ictus ischemico ed emorragico, le tipologie di intervento e la gestione infermieristica sia in fase acuta che post acuta.
Che cos’è l’ictus?
L’ictus è un danno cerebrale che si verifica quando l’afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per la chiusura o la rottura di un’arteria.
Nel primo caso si parla di infarto cerebrale o “ictus ischemico” che è la forma di più frequente osservazione. Nel secondo caso, invece, si parla di un’emorragia cerebrale o “ictus emorragico”; è la forma più grave, poiché può condurre alla morte in oltre il 50% dei casi. La chiusura o l’ostruzione delle arterie che portano il sangue al cervello si verifica spesso in seguito alla formazione di depositi di grasso a carico delle arterie.
Questo processo, che interessa prevalentemente le arterie del collo, denominate carotidi, è favorito dall’azione prolungata dell’ipertensione arteriosa non curata sulle pareti dei vasi. A carico di questi depositi, facilmente individuabili con un ecodoppler, si formano depositi di sangue che possono staccarsi, andare in circolazione e ostruire le arterie. Il risultato finale è una sofferenza delle cellule nervose che non ricevono più i nutrimenti e l’ossigeno necessari per la loro sopravvivenza.
Allo stesso risultato conduce anche la rottura di un’arteria cerebrale. Il travaso di sangue che ne consegue isola le cellule nervose che, non potendo più ricevere ossigeno, vanno incontro a sofferenza per asfissia. Il meccanismo che conduce alla rottura di un’arteria è da far risalire all’indurimento delle pareti dei vasi causato dall’azione persistente nel tempo di elevati valori di pressione sanguigna.
Le arterie cerebrali perdono di elasticità, in alcuni punti si assottigliano, diventano meno resistenti e si rompono facilmente in seguito a sbalzi di pressione anche minimi.
Le conseguenze dell’ictus
Le conseguenze di un ictus, sia ischemico, sia emorragico, dipendono dalla parte del cervello che viene danneggiata: dopo un ictus una persona può avere problemi di movimento, per una paralisi degli arti di un lato del corpo, difficoltà di linguaggio o di pensiero. La riabilitazione può fare molto per il recupero funzionale causato da questi deficit, che tuttavia hanno un impatto significativo sulla qualità della vita. Come è noto, purtroppo, in molti casi l’ictus è mortale o lascia segni gravi per la salute, come la difficoltà nel parlare oppure una paresi. Il 40-90% delle persone che hanno avuto un ictus era ipertesa prima del verificarsi dell’evento acuto.
Il segnale d’allarme: il TIA
A volte l’ictus si manifesta senza alcun segno premonitore. Ma spesso il deficit circolatorio al cervello ha già dato qualche fastidio, che magari non è stato riconosciuto. Ciò capita quando si verifica un TIA, o Attacco Ischemico Transitorio. Il TIA è per l’ictus quello che l’angina rappresenta per l’infarto, ovvero un calo temporaneo nell’afflusso di sangue al cervello, sufficiente a determinare qualche sintomo ma non tanto prolungato da indurre la morte dei neuroni. Per cui al termine dell’episodio ischemico, cioè, quando si conclude il deficit di irrorazione, la persona torna perfettamente normale.
Questo segnale d’allarme, che si può manifestare in diversi modi (ad esempio con una perdita di coscienza oppure con un calo improvviso della vista), è estremamente importante. Basti pensare che 1 persona su 3 tra quelle che hanno avuto un TIA è destinata ad andare incontro a un vero e proprio ictus, che in 1 caso su 5 compare entro un anno. Riconoscere il TIA, quindi, è fondamentale perché consente di diagnosticare l’eventuale lesione alle carotidi o altre arterie e quindi di mettere in atto una prevenzione sia attraverso un intervento chirurgico, sia attraverso farmaci che mantengano diluito il sangue.
Anche la precocità nei soccorsi consente di migliorare le possibilità di cura immediata e di ridurre il rischio di invalidità permanente. Per questo occorre fare molta attenzione ad alcuni segni premonitori, come il torpore improvviso di una gamba o di una braccio con perdita di forza, il calo della vista, un’improvvisa difficoltà nel parlare. In questi casi occorre subito recarsi al pronto soccorso.