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Se c’è l’errore, la responsabilità è dell’équipe o del singolo professionista? Le “apparenti” contraddizioni della Cassazione

dott benci-angolo-giuristaL'esercizio professionale sanitario è sempre più caratterizzato dal lavoro di équipe, consistente nella presenza organizzata di più professionisti sanitari che agiscono contestualmente, contemporaneamente o con passaggi successivi e si caratterizza per la finalizzazione comune dell'agire professionale.


In questa, ormai prevalente tipologia di organizzazione (essendo ormai residuale l'attività professionale esercitata in forma singola e del tutto avulsa da una équipe), possiamo riscontrare:

 

a) l'équipe monoprofessionale (es. tutti medici);

b) l'équipe monoprofessionale e monospecialistica (es. tutti medici e della stessa specialità);

c) l'équipe monoprofessionale e plurispecialistica (es. tutti medici ma di diversa specialità)

d) l'équipe interprofessionale, composta dalla contemporanea presenza di più professionisti sanitari.

 

Si pone il problema dell'addebito della responsabilità a titolo di colpa in caso di errore professionale, con particolare riferimento all'estensione della responsabilità anche ai membri dell'équipe che non hanno causato l'errore.

Si possono distinguere due tipologie di cooperazione professionale: la "cooperazione sincronica" e la "cooperazione diacronica" (Corte di Cassazione, IV sezione penale, sentenza 18 maggio 2018, n. 22007).

La prima è caratterizzata da un agire professionale contestuale per la cura di un paziente, "in cui i contributi si integrano a vicenda e in un unico contesto temporale in vista del conseguimento del risultato sperato" (es. un intervento chirurgico, un intervento di emergenza in un pronto soccorso); la seconda è caratterizzata, invece, dalla successione terapeutica di atti sanitari che si esplicano attraverso "attività tecnico-scientifiche di competenza di sanitari diversi, funzionalmente o temporalmente successive".
Da alcuni decenni i fondamenti per valutare la responsabilità di équipe ruotano intorno al "principio di affidamento" e alla "posizione di garanzia e protezione" che hanno tentato di superare i limiti dell'impostazione del codice penale che ha costruito il sistema della colpa professionale sul modello dell'esercizio in forma singola.

 

Questi orientamenti hanno permesso di superare la concezione "gerarchica" del modello della responsabilità di équipe che attribuiva al "capo-équipe" la responsabilità di tutto quello che veniva posto in essere dall'équipe stessa. La gerarchia dell'organizzazione era molto evidente in ambito ospedaliero: l'esistenza di una figura denominata "primario", con una legislazione proveniente dalla riforma ospedaliera degli anni sessanta dello scorso secolo, avvalorava l'orientamento del riconoscimento della responsabilità al capo-équipe. Nel corso del tempo questo orientamento si è decisamente affievolito – in linea con l'attenuazione del principio gerarchico – per mancanza di aderenza ai principi basilari del nostro ordinamento giuridico e per la pericolosità insita nella deresponsabilizzazione di tutti coloro che capo-équipe non erano ma ponevano in essere atti erronei causativi di danno. Tra i due principi vi sono delle decise continguità e interferenze.

La posizione di garanzia....

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Direttivo OPI TERAMO

Si riunisce il 12/02/2019 il consiglio direttivo OPI TERAMO alle ore 16

 

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Piemonte, nasce l’Osservatorio delle professioni sanitarie

28/01/2019 - Sciretti (Opi Torino): "E' stato l'Ordine delle professioni infermieristiche a premere per la costituzione dell'Osservatorio: una nostra lunga battaglia di cui tutti gli Ordini beneficeranno".

Come annunciato a novembre dall'assessore regionale Antonio Saitta, è stata ufficializzata nell'ultima Giunta del Piemonte la nascita dell'Osservatorio delle professioni sanitarie, sede di confronto tecnico-consultivo a supporto delle attività di indirizzo e di programmazione della Regione.

Si tratta di un nuovo organismo che dovrà riunire i rappresentanti di tutti gli ordini professionali del settore per dialogare in modo costruttivo sulle tematiche del mondo sanitario. L'Ordine delle professioni infermieristiche di Torino, forte dei suoi 15.200 iscritti, si pone dunque come uno dei principali interlocutori per discutere delle necessità formative dei professionisti che operano nelle strutture sanitarie pubbliche e private.

«A nome del coordinamento regionale degli Ordini degli infermieri di cui sono presidente e che rappresenta oltre 30mila professionisti - spiega Massimiliano Sciretti, presidente di Opi Torino e del coordinamento regionale - sono molto soddisfatto dell'istituzione dell'Osservatorio. Sarà uno strumento utile per rispondere al meglio ai cittadini e agli infermieri. È fondamentale l'interazione tra i professionisti e le istituzioni per migliorare l'appropriatezza delle risposte ai cittadini». Tra gli obiettivi dell'Osservatorio c'è anche la necessità di organizzare l'aggiornamento per il mantenimento dei requisiti professionali, di definire il fabbisogno di profili professionali ma soprattutto di valorizzare le competenze definendo standard operativi minimi e modelli assistenziali appropriati di riferimento.

Dell'Osservatorio faranno parte nove Ordini professionali: professionisti sanitari, ostetriche, tecnici sanitari di radiologia e delle professioni tecniche, di riabilitazione e prevenzione. E poi ci sarà l'Ordine dei medici e degli odontoiatri, dei veterinari, dei farmacisti, dei biologi, degli psicologi, dei chimici e dei fisici. Parteciperanno anche rappresentanti della Siups, la Scuola interuniversitaria per le professioni sanitarie, oltre a dirigenti e funzionari dell'assessorato regionale alla Sanità. «Ma è stato proprio l'Ordine delle professioni infermieristiche - conclude Sciretti - a premere in Regione per la costituzione dell'Osservatorio:u na nostra lunga battaglia di cui tutti gli Ordini beneficeranno».

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