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Abruzzo, Gennaro Scialò dirigente infermieristico Asl 2

gennaro-scialo-opi-frosinone-300Gennaro Scialò, 58 anni, originario di Roma, è il nuovo dirigente delle Professioni sanitarie infermieristiche dell’Azienda sanitaria Lanciano Vasto Chieti: lo ha nominato il direttore generale, Thomas Schael, in sostituzione di Gaetano Sorrentino, dimessosi senza preavviso il 1° ottobre scorso. Una soluzione trovata in appena due settimane Al nuovo dirigente - fa sapere l'Azienda - sono state chieste soluzioni più efficaci ai problemi di tipo organizzativo e a quelli specifici della categoria infermieristica.

 

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Gli infermieri rivendicano il diritto al futuro del Servizio sanitario nazionale e della professione

congresso fnopiMozione votata all’unanimità del Consiglio nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche: “Diritto al futuro di un’assistenza accessibile, equa, sicura, universale e solidale senza accettare più prese di posizione, deroghe o tempi di attesa con l’unico effetto di rimanere ancorati a un immobilismo pericoloso per l’assistenza e i diritti dei cittadini”
 
Il Consiglio nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, i 102 presidenti provinciali e interprovinciali riuniti a Roma dalla Federazione nazionale, ribadisce in una mozione finale approvata all’unanimità “con forza e intende portare avanti con ogni mezzo il DIRITTO AL FUTURO della professione infermieristica, il DIRITTO AL FUTURO di un’assistenza accessibile, equa, sicura, universale e solidale, senza accettare più prese di posizione, deroghe o tempi di attesa con l’unico effetto di rimanere ancorati a un immobilismo pericoloso per l’assistenza e i diritti dei cittadini”.
 
Cosa vogliono gli infermieri? “Il diritto al futuro di un’assistenza accessibile, equa, sicura, universale e solidale - è scritto chiaro nella mozione - senza accettare più prese di posizione, deroghe o tempi di attesa con l’unico effetto di rimanere ancorati a un immobilismo pericoloso per l’assistenza e i diritti dei cittadini”.
 
E proprio per questo i 450.000 infermieri considereranno come banchi di prova delle Istituzioni e della politica il Nuovo Patto per la Salute, la prossima Legge di Bilancio, e tutte le mozioni-provvedimenti legislativi e gli Accordi-Intese tra Stato e Regioni in corso di esame in Parlamento e in Conferenza Stato Regioni.
 
“Solo questo – affermano - darà la vera misura della volontà di tutelare il nostro Servizio Sanitario Pubblico e di sostenere i diritti dei pazienti. Solo questo darà la misura della capacità di Governo e di attenzione al tema dell’effettività dei diritti dei pazienti”.
 
Per ottenere il risultato “il Consiglio nazionale FNOPI chiede ufficialmente ai ministri competenti, quello della Salute in prima battuta e alle Regioni, che si affronti in tempi brevi questo tema in modo strutturato, attingendo alle evidenze e sottraendolo alla strumentalizzazione politica. I presidenti danno inoltre mandato alla presidenza della Federazione di rappresentarli ai tavoli di analisi e discussione, multi-istituzionali e anche multi-professionali, per giungere a un’organizzazione condivisa e reale dei servizi e dell’assistenza che non sia la facciata di un palazzo vuoto di contenuti innovativi e solo pieno di vecchi ricordi di un’attività ormai lontana dai bisogni reali, ma la base per costruzione di un nuovo e più efficiente modello di Servizio sanitario nazionale”.
 
È una reazione decisa e determinata quella dei vertici delle professioni infermieristiche – infermieri e infermieri pediatrici – che rappresentano oltre 450mila iscritti, dei quali 270mila dipendenti del Ssn e oltre 115mila liberi professionisti e dipendenti di strutture assistenziali private che garantiscono ogni giorno l’assistenza ai bisogni di salute dei cittadini, soprattutto (ma non solo) ai più fragili (cronici, anziani, non autosufficienti, terminali ecc.).
 
E lancia un preciso messaggio dopo lo stato di tensione interprofessionale che si è venuto a creare nelle ultime settimane/giorni, che invece di far avanzare il Servizio sanitario nazionale e i diritti dei pazienti, corre il serio rischio di attuare una regressione culturale dei rapporti tra professioni e delle politiche sanitarie pubbliche: “o si cambia, con coraggio e responsabilità, o si danneggia inesorabilmente il Servizio sanitario nazionale e non si va incontro ai reali bisogni dei cittadini”.
 
L’obiettivo di tutte le professioni sanitarie, si legge nella mozione, deve essere dare ai cittadini ciò di cui hanno veramente bisogno, disegnando i nuovi modelli basati su ciò che deve necessariamente venire anche dopo la diagnosi e la terapia: l’assistenza continua e la continuità tra ospedale e territorio, fino al domicilio del paziente. E il presupposto di tutto è e deve essere che i processi vanno costruiti insieme mettendo a disposizione il proprio sapere, quello di ogni disciplina.
 
In questo senso, sostengono i rappresentanti della professione, mettere in dubbio modelli ormai internazionalmente riconosciuti nel mondo e anche dai nostri maggiori partner europei utilizzando e confondendo definizioni come task shifting, che riguardano tutte le professioni, crea confusione e destabilizzazione nel prezioso rapporto con i cittadini e con gli assistiti che tutte le professioni devono avere secondo le proprie caratteristiche.
 
“L’obiettivo della professione infermieristica - si legge ancora nella mozione - non è altro che quello di rendere coerente l’esercizio professionale con le competenze acquisite costantemente nel corso degli anni, grazie ad uno specifico percorso di studi molto rigoroso e robusto, e in continua evoluzione.
Non c’è alcun esproprio di professionalità o invasione di competenze altrui – sottolineano i 102 presidenti degli Ordini e il Comitato centrale della Federazione - atti questi che non devono essere nel pensiero di nessuno: nessun professionista vuole fare il lavoro di altri, nessun professionista che ha scelto una disciplina intende confonderla con quelle di altri”.  
 
Non sostenere questo percorso vuol dire sprecare risorse e competenze secondo la mozione, negare lo sviluppo, l’innovazione e il cambiamento di cui ha bisogno il Ssn per allinearlo e metterlo in grado di rispondere di più e meglio alle nuove sfide, ai nuovi bisogni delle comunità. Vuol dire anche negare lo sviluppo che da oltre 25 anni ha caratterizzato nel settore dell'assistenza, la professione infermieristica: dalle lauree ai master di primo e secondo livello, dai dottorati di ricerca alla docenza universitaria, dalla dirigenza alla responsabilità assistenziale dei pazienti, a partire dai servizi di emergenza-urgenza fino all’assistenza domiciliare e terminale.
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A Firenze le celebrazioni nazionali della Giornata dell'Infermiere 2020

giornata infLa Fnopi lancia il "Save the date" per il 12 maggio 2020, data che quest'anno coincide con il bicentenario della nascita di Florence Nightingale
 
Florence Nightingale nacque a Firenze il 12 maggio 1820. Una professionista riconosciuta internazionalmente come la prima infermiera moderna, in quanto fu la prima a parlare di prevenzione del rischio clinico, ad applicare il metodo scientifico attraverso l'utilizzo della statistica, ad occuparsi di organizzazione, efficiente ed efficace, degli ospedali da campo, a prevenire e sorvegliare le infezioni correlate all’assistenza. I temi affrontati da Florence nell’800 sono oggi ancora attuali e i risultati della ricerca hanno confermato nel tempo le sue intuizioni. Molte le iniziative organizzate a livello internazionale, europeo e in Italia per celebrale il bicentenario della sua nascita.
 
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