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Lesioni da pressione. Materasso a pressione alternata, statici e schiuma: quale scegliere?

lesioni-da- pressioneLe linee guida raccomandano l'uso di superfici di supporto per prevenire lesioni da pressione. Nella pratica clinica, tuttavia, è difficile selezionare la superficie più appropriata per i pazienti.

È stata condotta una revisione sistematica di studi randomizzati e controllati per valutare l'efficacia dei materassi ad aria a pressione alternata rispetto ad altre superfici di supporto (materassi ad aria statici, materassi in schiuma viscoelastica e materassi in schiuma) nella prevenzione delle lesioni da pressione negli adulti ricoverati in ospedale.

Sei studi pubblicati tra il 2009 e il 2020 sono stati selezionati per l'analisi. C'erano prove incoerenti per l'esito primario di questa revisione: incidenza di lesioni da pressione quando si utilizzavano materassi ad aria a pressione alternata. L'incidenza delle lesioni da pressione quando si utilizzano materassi ad aria a pressione alternata rispetto ai materassi ad aria statici era maggiore in uno studio, ma la stessa in due studi. L'incidenza delle lesioni da pressione quando si utilizzano materassi ad aria a pressione alternata rispetto ai materassi in schiuma viscoelastica era inferiore in uno studio ma maggiore in uno studio più recente. Non c'era differenza di incidenza quando si confrontavano i materassi ad aria a pressione alternata con i materassi in schiuma.

I risultati suggeriscono che è difficile prevenire lesioni da pressione applicando una sola superficie di supporto. Le superfici di supporto dovrebbero essere considerate come parte di un pacchetto di prevenzione delle lesioni da pressione, concludono gli autori, aggiungendo che l'assistenza infermieristica completa per la prevenzione delle lesioni da pressione, compreso il , è importante.

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ESTATE SICURA COME VINCERE IL CALDO

caldoIl termine “ondata di calore” è entrato a far parte del vocabolario 
corrente per indicare un periodo prolungato di condizioni meteorologiche estreme, caratterizzato da temperature elevate, al di 
sopra dei valori usuali, in alcuni casi associate ad alti valori di 
umidità relativa, e che persistono per diversi giorni.
I rischi di effetti sulla salute dell’ondata di calore dipendono, oltre 
che dalla sua intensità, soprattutto dalla sua durata.
 
Sono prevedibili le ondate di calore? 
 
■ In Italia dal 2004 è operativo il “Sistema nazionale di sorveglianza, previsione e allarme per la prevenzione degli effetti delle 
ondate di calore sulla salute della popolazione”, promosso dal 
ministero della Salute e dal dipartimento della Protezione Civile e 
coordinato dal dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario 
regionale - Regione Lazio, che realizza sistemi di allarme per la 
previsione e per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute, 
denominati Heat health watch warning systems (Hhwws), in quasi 
tutte le aree urbane del Paese.
■ Per l’estate i sistemi Hhww sono operativi, dal 15 maggio al 15 
settembre, in 27 città (Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, 
Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, 
Genova, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, 
Viterbo). 
■ È prevista la possibilità di attivare il sistema, con l’invio del bollettino di allerta, anche dal 2 al 14 maggio e dal 16 al 30 settembre, 
qualora si dovessero presentare condizioni di rischio (livello 2 e 3). 
■ I bollettini sono consultabili sul sito del ministero della Salute 
(www.salute.gov.it).
 
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Audizione al Senato: infermieri prima linea antiviolenza. Cinque proposte della Federazione

VIOLENZA-MIN-fotoCasi di violenza: i primi a riconoscerli e intercettarli al momento del bisogno di soccorso sanitario sono gli infermieri.
 
Gli infermieri di triage, di cui sono responsabili in ospedale, prestano la massima attenzione a eventuali segni di violenza anche quando questa non è dichiarata. E come indicato dal “Codice rosa” nato in Toscana nel 2011 a cui poi ha dato una svolta importantissima, per i casi di violenza di genere o di abusi, la legge 69/2019, nota come “Codice Rosso“ che ha codificato e inasprito le pene per maltrattamenti e stalking, se si sospetta che l’accompagnatore possa essere l’autore della violenza si fa accedere all’area riservata (la “stanza rosa”) solo la vittima e solo successivamente, se questa lo richiede, eventuali accompagnatori potranno starle vicino nelle varie fasi del percorso.
 
“Nei casi di rilevazione di fenomeni di violenza, l’importanza sia della prima rilevazione che della successiva valutazione richiede che entrambe siano compiute da professionisti formati e preparati”, ha spiegato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) durante l’audizione che si è svolta oggi in Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, e su ogni forma di violenza di genere, al Senato.
 
E gli infermieri sono essenziali anche per riconoscere gli episodi di violenza domestica. Solitamente intervengono sia in emergenza che in assistenza domiciliare nei casi di bisogni di salute e la loro attività riguarda il 40% circa degli interventi in emergenza (il 5-6% riguarda i medici, la restante quota è del volontariato) e più del triplo degli interventi e degli accessi rispetto alle altre professioni nell’assistenza domiciliare.
 
La violenza domestica può essere di tipo “orizzontale”, ossia tra uomo e donna, o di tipo “verticale”, cioè da adulti verso minori. E può essere fisica, psicologica, sessuale ed economica.
 
Di solito la vittima è una donna che subisce una violenza da parte del padre o del compagno, ma anche gli uomini – in percentuale più bassa (15%) – sono vittime di tale sopruso.
 
Gli infermieri poi, lanciano un allarme, quello della violenza sugli anziani. Secondo l’OMS uno su sei ha subito forme di violenza lo scorso anno, ma il numero di persone colpite nelle loro comunità aumenterà rapidamente per l’invecchiamento della popolazione, crescendo nel mondo dai 141 attuali a 320 milioni di vittime entro il 2050.
 
“Chi entra a contatto con anziani vittime di abusi/maltrattamenti, esattamente come chi opera con donne e bambini vittime di violenze – aggiunge la presidente FNOPI – oltre ad avere buoni strumenti operativi per ottenere maggiori opportunità di risultati positivi, dovrà aver anche una buona conoscenza dei propri meccanismi di difesa e dei limiti personali e professionali”.
 
“Un professionista formato ed esperto – continua – sarà in grado di gestire le situazioni di sospetto o accertato di abuso/maltrattamento e sarà anche capace di creare una relazione che sappia far emergere le emozioni vissute dalla vittima e gestire in maniera adeguata le proprie, chiedendo anche aiuto nei casi di difficoltà e mettendo in atto tutte le strategie di difesa in suo possesso per rendere quella relazione di cura empatica ed efficace”.
 
Dalla FNOPI arrivano, contro la violenza, cinque proposte concrete, illustrate ai senatori:
 
1 Messa in rete almeno in ambito regionale di tutti i pronto soccorso per conoscere gli accessi e le cause/diagnosi
2 Contrasto e identificazione di strumenti anche alle forme di violenza ‘economica’
3 Implementazione di servizi all’interno del sistema pubblico e di servizi per la presa in carico della persona violenta che ne ha consapevolezza e chiede aiuto
4 Rafforzamento, soprattutto nelle ore serali/notturne dell’integrazione dei servizi sanitari con i servizi sociali territoriali per l’accoglienza logistica della vittima di violenza
5 Definizione di corsi di formazione per il personale infermieristico con contenuti specifici in materia di violenza, abilità comunicative e anche di natura giuridico/forense per favorire la gestione appropriata degli episodi di violenza
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