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3° Convegno “Il Cuore – un mare di onde difficili da cavalcare” 2019 – Ecm 8,4 crediti

il cuoreLa cardiopatica ischemica rappresenta tutt’ora la causa di morte più frequente nel mondo occidentale. Lo scenario della malattia, a causa delle misure di prevenzione e dell’avanzamento delle cure, è tuttavia sostanzialmente variato, registrandosi oggi la maggioranza degli eventi (fatali e non-fatali) nelle fasce d’età più avanzata. Il trattamento delle manifestazioni acute della cardiopatia ischemica, diretto ad antagonizzare farmacologicamente o meccanicamente le conseguenze della trombosi coronarica, ha raggiunto elevata efficacia così da portare ad una significativa riduzione della mortalità. Ciò anche grazie agli sforzi che sono stati fatti e che si stanno tuttora facendo riguardo la possibilità di identificare sempre più precisamente e rapidamente i soggetti che hanno infarto miocardico in atto tra coloro che potrebbero averlo perché allertano il sistema
dell’urgenza a fronte di sintomi sospetti. Tuttavia, proprio il cambiamento dell’approccio diagnostico e terapeutico alla fase acuta della malattia ne ha messo in discussione la patogenesi invariabilmente trombotica. Talora l’infarto miocardico infatti si manifesta in assenza di lesioni ostruttive coronariche visibili alla coronarografia, ma non per questo la prognosi a lungo termine è benigna. Restano inoltre aperti numerosi quesiti circa il trattamento ottimale dei pazienti più “difficili”, come ad esempio quelli che necessitano di concomitante terapia anticoagulante orale a causa della presenza o della comparsa di fibrillazione atriale. Proprio la miglior comprensione dei meccanismi patologici comuni a fibrillazione atriale e malattia coronarica sta rendendo possibile un nuovo approccio terapeutico a lungo termine delle patologie aterotrombotiche. Al tempo stesso si stanno facendo importanti progressi riguardanti il trattamento ottimale di alcuni sotto-gruppi di pazienti con cardiopatia ischemica, soprattutto quelli che hanno manifestazioni stabili della malattia e quelli che al contrario giungono in ospedale nelle condizioni più drammatiche, ovvero in stato di shock cardiogeno. Nei primi l’approccio di cura più vantaggioso, ovvero farmacologico o basato prevalentemente sulla rivascolarizzazione coronarica, (percutanea o chirurgica), è ancora oggetto di accesa discussione. Nei secondi la linea di trattamento più efficace al fine di salvarne la vita si sta progressivamente delineando grazie nuovi approcci di rivascolarizzazione coronarica e di assistenza al circolo. Infine l’approccio di cura a lungo termine dei pazienti reduci dalle dall’evento ischemico acuto e di quelli ormai giunti alla fase di stabilità, ovvero di cronicità della malattia sta subendo profondi cambiamenti. Per raggiungere i migliori esiti a distanza è centrale ridurre il più possibile i livelli di colesterolo LDL e contrastare la tendenza alle ricadute attraverso combinazioni di farmaci antitrombotici a bassa dose. È però necessario considerare sempre più un approccio olistico al paziente, che faccia degli interventi rivolti alla salute globalmente intesa un momento importante di miglioramento dell’intervento medico. L’incontro intende ripercorrere gli elementi di riflessione prima di portarti. Ciò al fine di stimolare la discussione tra esperti del settore e i partecipanti, nel convincimento che l’implementazione di ragionamenti condivisi sia fondamentale per un corretto approccio terapeutico ed una rigorosa allocazione di risorse sanitarie necessarie alla cura di quella che resta la principale causa di morte nel mondo occidentale.
 
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Malattia e fase terminale di vita: il core dell'assistenza

Locandina AIOSS
                  OPI TERAMO
- COMUNICA AI PROPRI ISCRITTI-
di avere riservato alcuni posti al Convegno del 6 settembre, pertanto, chi fosse interessato dovrà far pervenire sia all'AIOSS, sia alla segreteria OPI Teramo il pieghevole dell'iscrizione debitamente compilato in ogni sua parte.
A partire da lunedi 5 agosto ore 9.00 si accetteranno le prenotazioni (valevole anche per chi avesse già inoltrato all'AIOSS il pieghevole)
Successivamente sarà data comunicazione agli aventi diritto 
Quando si parla di assistenza al malato terminale, ovvero di una persona
particolarmente vulnerabile, bisognosa e sofferente, è importante orientare
il proprio agire in funzione del benessere globale: fisico, psico-sociale
e spirituale. Sia il Codice Deontologico Medico che il Codice Deontologico
dell’Infermiere, fanno riferimento a questo aspetto fondamentale
dell’assistenza alla persona che affronta il fine vita e, la recentissima
Legge 219 del 22/12/2017, sancisce le norme in materia di consenso
informato e di disposizioni anticipate di trattamento, riconoscendo al cittadino
il diritto di dichiarare il proprio orientamento sul fine vita.
… «Un approccio olistico e multiprofessionale che migliora la qualità
della vita dei malati inguaribili e delle loro famiglie, attraverso la prevenzione
e il sollievo dalla sofferenza per mezzo dell’identificazione precoce,
dell’approfondita valutazione e del trattamento del dolore totale e di altri
problemi fisici, psico-sociali e spirituali», è la definizione che l’OMS
attribuisce alle cure palliative, che non hanno lo scopo né di affrettare
né posporre la morte, ma di influenzare positivamente il decorso della
malattia, attraverso il sollievo del dolore e degli altri sintomi, l’integrazione
nell’assistenza degli aspetti psicologici e spirituali ed il supporto
alla famiglia. Le Linee Guida NICE del 2015, affermano che gli interventi
sanitari e assistenziali piuttosto che essere guidati da protocolli rigorosi,
devono basarsi sulle evidenze e personalizzati sulle preferenze e necessità
del paziente al fine di garantire una “buona morte” in un contesto di
cura adeguato, con il controllo dei sintomi e in presenza delle persone
che l’assistito desidera avere vicino. L’accompagnamento dei pazienti
che affrontano la fase di fine vita e delle loro famiglie risulta così uno dei
compiti più importanti, delicati e necessari che la medicina contemporanea
deve assumersi con sempre maggior attenzione. In base a questi
principi etici, deontologici e giuridici il corso si propone di fornire ai partecipanti
conoscenze correlate alla gestione terapeutica e assistenziale
dei pazienti in fase terminale di vita, in un’ottica multiprofessionale e
olistica delle cure erogate.
OBIETTIVO FORMATIVO GENERALE
• Aspetti relazionali (la comunicazione interna, esterna, con paziente)
e umanizzazione delle cure.
OBIETTIVI FORMATIVI SPECIFICI
Competenze tecnico-professionali
• Acquisire abilità tecnico professionali per prendersi cura responsabilmente
della persona malata e della sua famiglia.
Acquisizione competenze di processo
• Maggiori conoscenze rispetto ai bisogni assistenziali espressi e
non, del malato terminale per aiutarlo ad affrontare con maggiore
serenità questa fase delicata, sia in ambiente domiciliare che in
ambiente protetto.
Acquisizione competenze di sistema
• Capacità di comunicazione adeguata alla persona e/o al suo nucleo
familiare, con malattia inguaribile, in particolare nella fase della
“end-life-care”.
• Capacità di accompagnamento alla morte e di supporto al lutto.
NUMERO E TIPOLOGIA PARTECIPANTI: 99 partecipanti tra Infermieri,
Infermieri Pediatrici, Medici Chirurghi tutte le discipline
 
 
Scarica in allegato il pieghevole per l'iscrizione
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Fnopi: ha ragione il ministro Grillo, la sanità ha già dato. Infermieri dalla parte del Ssn e di chi lo difende

giulia grillo07/06/2019 - Bene il chiarimento del ministro della Salute Giulia Grillo sui possibili tagli al fondo sanitario contenuti nell'ultima bozza del Patto per la salute all'articolo 1: altri tagli il Servizio sanitario nazionale non li può sopportare. La sanità ha già dato tutto quello che poteva

“Bene il chiarimento del ministro della Salute Giulia Grillo sui possibili tagli al fondo sanitario contenuti nell'ultima bozza del Patto per la salute all'articolo 1: altri tagli il Servizio sanitario nazionale non li può sopportare. La sanità ha già dato tutto quello che poteva. Se si continuasse a tagliare il Servizio sanitario nazionale (Ssn), come abbiamo spesso sottolineato anche assieme alle altre professioni sociosanitarie, il rischio è quello di un suo smantellamento e la perdita di quei requisiti fondamentali di civiltà per l’assistenza che sono l’uguaglianza, la solidarietà, l’universalismo e l’equità”.

 Questo il commento di Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), alle dichiarazioni del ministero della Salute, Giulia Grillo, dopo le notizie circolate ieri sull’eventualità di possibili tagli alle somme del fondo sanitario nazionale per il 2020 e il 2021 per colpa di una clausola nel Patto per la salute che subordina il livello di finanziamento del Ssn alle esigenze della finanza pubblica e non della salute.

“Negli anni passati per ragioni di risparmio sono stati sottratti al Ssn moltissime risorse utilizzandolo come un vero e proprio bancomat delle casse pubbliche. A farne le spese – continua Mangiacavalli – sono stati i cittadini, i servizi sempre più in affanno, ma anche il personale che ormai sopporta carenze anche in aumento con Quota 100, che renderanno presto ingestibile l’assistenza e allungheranno le liste di attesa oltre misura. Le Regioni senza risorse non possono programmare e non possono nemmeno investire in un sistema che per migliorare, erogare servizi di qualità e ridurre ticket e ricorso al privato ha bisogno di risorse e di nuovi modelli di programmazione e gestione sempre più vicini alle persone e ai loro bisogni”.

 Il ministro ha anche dichiarato che per difendere il Ssn proporrà nei prossimi giorni un ‘momento di partecipazione con i protagonisti del sistema salute’: “Lo abbiamo già dichiarato e lo ribadiamo con forza – aggiunge la presidente FNOPI -: siamo dalla parte del Servizio sanitario nazionale e di chi lo difende. La sanità pubblica va difesa a tutti i costi e vanno contrastate le disuguaglianze tra cittadini e la perdita di efficienza e qualità dei servizi. Gli infermieri, che rappresentano circa il 45% del capitale umano del Ssn, ci sono e sono pronti a sostenere una politica che non si faccia piegare dai bisogni dell’economia e davvero faccia gli interessi dell’assistenza e degli assistiti”.

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