“Siamo indignati per il recente episodio di violenza nei confronti del personale sanitario di Foggia e, insieme alla FNOMCeO e i nostri rispettivi Ordini provinciali, chiediamo una risposta esemplare di Stato e Regioni”. Così la presidente della FNOPI, Barbara Mangiacavalli.
“Azioni criminali come quelle che purtroppo abbiamo visto dai video diffusi dagli stessi sanitari aggrediti non possono essere in alcun modo tollerati – evidenzia la presidente -Chiediamo di essere difesi e messi nelle di sicurezza per poter operare. Ai colleghi aggrediti, al presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Foggia – conclude – vanno la nostra vicinanza e la nostra solidarietà, così come siamo vicini alla famiglia della giovane nel dolore per la grave perdita. Alle istituzioni preposte rinnoviamo la richiesta, sempre più urgente, di misure e soluzioni per una situazione che sta diventando sempre più insostenibile e intollerabile“.
L’aggressione avvenuta lo scorso mercoledì 4 settembre al Policlinico Riuniti di Foggia ha riacceso l’attenzione su un problema rispetto al quale da tempo si chiedono azioni concrete e che non accenna a risolversi, generando al contrario, un’escalation di episodi violenti nei confronti del personale sanitario.
Nella notte tra domenica 8 settembre e lunedì 9 settembre, infatti, sempre al Policlinico Riuniti, si è verificata una nuova aggressione. Tre infermieri sono stati colpiti con schiaffi, pugni e calci da un giovane, giunto al pronto soccorso in evidente stato di alterazione. Mentre gli infermieri lo stavano registrando il paziente ha iniziato ad inveire contro i tre operatori sanitari colpendoli con calci e pugni.
Sul posto è stato necessario l’intervento dei carabinieri che hanno identificato e denunciato l’aggressore e avviato le indagini.
La primaria Perin: "Le abbiamo provate tutte per prevenire episodi violenti, non sappiamo più come fare"
E' stata l’ennesima aggressione. L’ennesima notte in trincea per i medici e gli infermieri che lavorano al pronto soccorso dell’Infermi. "Quanto accaduto domenica è gravissimo, ed è solo l’ultimo episodio. Al pronto soccorso di Rimini la situazione si è fatta insostenibile. E non bisogna stupirsi se poi tanti colleghi lasciano il pronto soccorso per lavorare altrove". Maurizio Grossi, il presidente dell’ordine dei medici di Rimini, è un fiume in piena. "Siamo di fronte a una vera emergenza. Le aggressioni ai sanitari del pronto soccorso sono sempre più frequenti, va trovata una soluzione vera. Chiediamo alla Prefettura, all’Ausl e a tutti gli organi competenti di dare risposte". Per Grossi "il pronto soccorso di Rimini deve essere presidiato 24 ore su 24 dalle forze dell’ordine. Deve tornare a essere un posto sicuro per chi ci lavora e per i pazienti". Quest’estate i controlli – su indicazione della Prefettura – sono stati rafforzati. Rimane il problema delle ore serali e notturne, quando non c’è presidio fisso.
Giuseppe Barbato Infermiere Azienda Ospedaliera Universitaria IRCCS Bologna, Italia
Giovanna Piga Infermiera Azienda Ospedaliera Universitaria IRCCS Bologna, Italia
DESCRIZIONE DEL FENOMENO
Alla luce delle sollecitazioni dell’emergenza pandemica, risulta necessario creare un sistema di servizi diversificato, che risponda ai bisogni complessi della comunità. Il tessuto sociale ed economico in profonda trasformazione porta ad esigere lo sviluppo di metodi e dinamiche innovative e integrative alla programmazione ed erogazione dei servizi.
Negli ultimi 50 anni l’invecchiamento della popolazione italiana è stato uno dei più rapidi tra i Paesi maggiormente sviluppati e si stima che nel 2050 la quota di ultra 65enni ammonterà al 35,9% della popolazione totale, con un’attesa di vita media pari a 82,5 anni (79,5 per gli uomini e 85,6 per le donne)(1).
L’Italia detiene il primato europeo sia per aspettativa di vita che per numero di anziani e le previsioni attestano che nei prossimi decenni assisteremo a quello che viene spesso denominato “inverno demografico”.
REVISIONE DELLA LETTERATURA MIRATA SUL FENOMENO ANALIZZATO
Le recenti rilevazioni statistiche disponibili su 55 comuni del territorio bolognese confermano queste previsioni. Gli anziani rappresentano infatti il 24,4% (247.900) della popolazione complessiva (1.019.539 abitanti), percentuale che aumenterà di circa il 20% in più entro il 2033, a fronte di tassi di natalità statistici