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Salute e Iss: gli interventi anti-Covid dei prossimi mesi secondo quattro scenari

QUATTRO-SCENARI-696x703È pronto il documento con le misure di prevenzione e risposta a COVID-19 in base ai possibili scenari evolutivi della pandemia.
Il documento si intitola “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”.
Nel testo, come già anticipato in base alla versione provvisoria circolata nei giorni scorsi vengono definiti 4 ipotetici scenari di evoluzione dell’epidemia a cui corrispondono diversi livelli di rischio e conseguenti misure che possono portare nel peggiore dei casi ad un nuovo lockdown nazionale.


SCENARIO 1


Situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto al periodo luglio-agosto 2020, con Rt regionali sopra soglia per periodi limitati (inferiore a 1 mese) e bassa incidenza, nel caso in cui la trasmissibilità non aumenti sistematicamente all’inizio dell’autunno, le scuole abbiano un impatto modesto sulla trasmissibilità e i sistemi sanitari regionali riescano a tracciare e tenere sotto controllo i nuovi focolai, inclusi quelli scolastici.


SCENARIO 2


Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1,25 (ovvero con stime dell’Intervallo di Confidenza al 95% – IC95% – di Rt comprese tra 1 e 1,25), nel caso in cui non si riesca a tenere completamente traccia dei nuovi focolai, inclusi quelli scolastici, ma si riesca comunque a limitare di molto il potenziale di trasmissione di SARS-CoV-2 con misure di contenimento/mitigazione ordinarie e straordinarie. Un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità potrebbe essere caratterizzata, oltre che dalla evidente impossibilità di contenere tutti i focolai, da una costante crescita dell’incidenza di casi (almeno quelli sintomatici; è infatti possibile che si osservi una riduzione della percentuale di casi asintomatici individuati rispetto al totale vista l’impossibilità di svolgere l’investigazione epidemiologica per tutti i nuovi focolai) e corrispondente aumento dei tassi di ospedalizzazione e dei ricoveri in terapia intensiva. La crescita del numero di casi potrebbe però essere relativamente lenta, senza comportare un rilevante sovraccarico dei servizi assistenziali per almeno 2-4 mesi.


SCENARIO 3


Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1,25 e Rt=1,5 (ovvero con stime IC95% di Rt comprese tra 1,25 e 1,5), e in cui si riesca a limitare solo modestamente il potenziale di trasmissione di SARS-CoV-2 con misure di contenimento/mitigazione ordinarie e straordinarie. Un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità dovrebbe essere caratterizzata da una più rapida crescita dell’incidenza di casi rispetto allo scenario 2), mancata capacità di tenere traccia delle catene di trasmissione e iniziali segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali in seguito all’aumento di casi ad elevata gravità clinica (con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri – area critica e non critica) riconducibile ad un livello di rischio elevato o molto elevato in base al sistema di monitoraggio settimanale. La crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 2-3 mesi. È però importante osservare che qualora l’epidemia dovesse diffondersi prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (es. gli anziani), il margine di tempo entro cui intervenire potrebbe essere maggiore.


SCENARIO 4


Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1,5 (ovvero con stime IC95% di Rt maggiore di 1,5). Anche se una epidemia con queste caratteristiche porterebbe a misure di mitigazione e contenimento più aggressive nei territori interessati, uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi. La crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi, a meno che l’epidemia non si diffonda prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (es. gli anziani). A questo proposito, si rimarca che appare piuttosto improbabile riuscire a proteggere le categorie più fragili in presenza di un’epidemia caratterizzata da questi valori di trasmissibilità.

 

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Vi segnaliamo: Ad un'infermiera AISM Liguria il Nightingale Award 2020

Nightingale awards2020Nell'anno internazionale dell'infermiere, nel centenario della nascita di Florence Nightingale, è Roberta Motta, infermiera che lavora presso il Servizio Riabilitativo AISM Liguria, a vincere il "Nightingale Award 2020", istituito per la prima volta quest'anno da IOMSN (Società Internazionale Infermieri Sclerosi Multipla), con il supporto di Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, impegnata da oltre vent'anni nella Sclerosi Multipla.
 
È Roberta Motta l'infermiera italiana premiata con il Nightingale Award 2020
 
Il Nightingale Award 2020 premia, con un assegno di cinquemila dollari, una "application" di un progetto di ricerca clinica sviluppato dai ricercatori del Servizio di Riabilitazione AISM Liguria e pubblicato di recente sulla rivista "Multiple Sclerosis and Related Disorders". Con la realizzazione del Progetto premiato - spiega Roberta Motta - vogliamo fornire alle persone con sclerosi multipla uno strumento in più non invasivo, per monitorare la situazione dei sintomi urinari, che possono riguardare fino al 96% dei pazienti
 
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Vi segnaliamo: Gli infermieri di Famiglia supporteranno la gestione dell’emergenza Covid-19

infermiere famigliaIl Dl Rilancio formulato dalla Commissione Salute e approvato lo scorso 9 luglio ha istituito la figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità, che verrà introdotto dalle Regioni che ne hanno recentemente definito le linee di indirizzo. Un ruolo che in collaborazione con i medici di medicina generale sarà chiave per la gestione dell’emergenza Covid-19. Abbiamo intervistato la Dott.ssa Paola Obbia, presidente Aifec.
Dott.ssa Obbia, chi è e che ruolo ha l’infermiere di Famiglia e Comunità?
Il Position Statement della FNOPI, che ha citato il Position Paper elaborato dalla nostra associazione e dalla Università di Torino e Università del Piemonte Orientale, definisce  l’Infermiere di Famiglia e di Comunità come il professionista in possesso di conoscenze e competenze specialistiche nell’area infermieristica delle cure primarie e sanità pubblica, che opera rispondendo ai bisogni di salute della popolazione adulta e pediatrica di uno specifico ambito territoriale e comunitario di riferimento e favorendo l’integrazione sanitaria e sociale dei servizi. Agisce in autonomia professionale, in collaborazione con i servizi sanitari e sociali e con gli altri professionisti del Servizio Sanitario Nazionale.

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