"Non parleremo di medici e infermieri come eroi, con un semplice slogan, ma lavoriamo per avere più assunzioni e stipendi più alti. Infine, ci aspettiamo un'opposizione corretta e responsabile, un'opposizione consapevole di aver tagliato 37 miliardi dal 2010 al 2019, di non aver fatto nulla per sbloccare le assunzioni. La salute si migliora e si protegge con le proposte, non con gli slogan". Così il ministro della Salute rispondendo all'interrogazione di Foti (FdI).
- "Non rifaremo gli errori di chi ci ha preceduto: non parleremo di aumento di fondi senza chiedere specifici impegni alle regioni, soprattutto a quelle che, troppo spesso, in troppi casi, li hanno usati male, non parleremo di medici e infermieri come eroi, con un semplice slogan, ma lavoriamo per avere più assunzioni e stipendi più alti. Infine, ci aspettiamo un'opposizione corretta e responsabile, un'opposizione consapevole di aver tagliato 37 miliardi dal 2010 al 2019, di non aver fatto nulla per sbloccare le assunzioni".
Così il ministro della Salute Orazio Schillaci nel corso del question time alla Camera rispondendo all'interrogazione sulla carenza di personale sanitario presentata da Tommaso Foti (FdI).
Di seguito la risposta integrale del ministro Schillaci.
"Presidente, con riferimento alle questioni sollevate dagli interroganti confermo che sin dal mio insediamento ho ritenuto indispensabile porre in essere ogni azione necessaria ad aumentare i fondi destinati al sistema sanitario nazionale, ad abbattere le liste di attesa e a contrastare la carenza di personale. Le misure di contenimento della spesa di personale adottate negli ultimi anni, in particolare i vincoli assunzionali, hanno determinato una significativa riduzione del personale del sistema sanitario nazionale. La pandemia ha ulteriormente acuito le difficoltà, anche se i dati più recenti mostrano un incremento dei rapporti di lavoro subordinato nella sanità pubblica. In base ai dati è emerso, tuttavia, che le difficoltà di reclutamento di personale, in particolare medici ed infermieri, sono determinate anche dalla scarsa attrattività del servizio pubblico, con la preoccupante conseguenza che spesso i concorsi non consentono la copertura dei posti per carenza di aspiranti, soprattutto nei settori dell'emergenza-urgenza, anestesia, terapia intensiva, ostetricia e ginecologia.
Nella consapevolezza della necessità di interventi strutturali, con le risorse necessarie e migliorando l'organizzazione dei servizi per far tornare il servizio pubblico più attrattivo per i giovani, abbiamo adottato misure per potenziare gli organici delle strutture e migliorare le condizioni di lavoro. Queste misure sono confluite nella vigente legge di bilancio, nonché nel decreto-legge n. 34, per incrementare le remunerazioni del personale dell'emergenza-urgenza e contrastare l'indiscriminato uso dei cosiddetti medici a gettone. Mi sono adoperato anche per limitare il fenomeno delle dimissioni del personale sanitario e per reinternalizzare i servizi appaltati.
Confermo di aver più volte dichiarato che tutti i professionisti del Servizio sanitario pubblico debbano essere valorizzati, anche economicamente. Nell'ambito della prossima legge di bilancio sarà mio impegno provvedere al reperimento di apposite e adeguate risorse per finanziare ulteriori strumenti incentivanti il personale. Assicuro che questo Ministero ha avviato tutti i necessari approfondimenti tecnici per individuare le misure più opportune nell'ambito degli istituti normativi e contrattuali vigenti, fermo restando che le stesse dovranno essere concertate con il MEF.
In conclusione, fatemi dire che non rifaremo gli errori di chi ci ha preceduto: non parleremo di aumento di fondi senza chiedere specifici impegni alle regioni, soprattutto a quelle che, troppo spesso, in troppi casi, li hanno usati male, non parleremo di medici e infermieri come eroi, con un semplice slogan, ma lavoriamo per avere più assunzioni e stipendi più alti. Infine, ci aspettiamo un'opposizione corretta e responsabile,....continua l'articolo
tratto da corrieredellasera.it
L'allarme: gli operatori sanitari in Lombardia sono troppo pochi (66 mila) mal pagati (a Milano lo stipendio medio è di 1.480 euro) e attirati dall'estero (dove si arriva a guadagnare 5 mila euro). «Servono 3 mila assunzioni, o il sistema va al collasso».
Cercasi 2.287 infermieri in Lombardia o addio case di comunità. Gli elementi chiave della riforma sanitaria lombarda finanziata dal Pnrr, in assenza di altri 3mila infermieri, rimarranno scatole vuote. Gli infermieri in regione sono pochi (66mila), mal pagati (gli stipendi italiani sono tra i più bassi in Europa) e in fuga all'estero, in particolare nella vicina Svizzera. È questo in sintesi il quadro delineato dai responsabili regionali dell'Ordine delle professioni infermieristiche (Opi), dai dirigenti infermieristici del Sidmi e dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil Lombardia sentiti dalla commissione Sanità del Consiglio regionale. Un secondo giro di audizioni è stato fissato per il 28 settembre, ma il grido d'allarme lanciato è già estremamente esaustivo.
In 4mila vanno a lavorare ogni giorno in Svizzera
ARTICOLO DEL 28 MARZO 2021
È una storia che commuove, quella raccontata dall'artista Nando Perilli, 73 anni, di Nereto, in provincia di Teramo, noto disegnatore abruzzese di vignette e caricature, soprattutto, nel periodo della Prima Repubblica, amico di Forattini (suo riferimento artistico), Vauro, Giannelli e altri ancora, prima di dedicarsi ai quadri ad olio, acquerelli e tecnica mista. Uno dei maestri d'arte più bravi ed ispirati che, alcuni mesi fa, ha rischiato di dover abbandonare definitivamente gli attrezzi del mestiere.
«Lo scorso agosto -dice Perilli- mentre mi recavo nel mio studio, ho avuto un ictus che mi ha quasi paralizzato il braccio destro. E’ stato un incubo, perché pensavo che non sarei più riuscito a disegnare. Adesso, grazie a continue sedute di riabilitazione, ho buone probabilità di riprendere matite e pennelli in mano». Perilli ha un curriculum lunghissimo che ha avuto il suo apice, soprattutto, negli anni ‘80, quando ottenne una grande notorietà nel ritratto di politici e altre figure del mondo dello spettacolo. Battute ironiche e un tratto pittorico che vennero apprezzate anche da storiche testate giornalistiche, visto che fu chiamato a collaborare come vignettista con l’Avanti (diretto da Ugo Intini) e Paese Sera.
Innumerevoli le mostre personali e gli appuntamenti culturali nel corso della sua carriera che annovera migliaia di opere eseguite.
Ora per l’artista è un momento di lotta e riflessione. «Ricorderò sempre -tiene a precisare- l’infermiera che, qualche giorno dopo il ricovero, mi ha incoraggiato a ricominciare, consegnandomi matita e fogli da disegno. In principio mi venivano solo scarabocchi, mentre ora con le cure che faccio tutti i giorni, ho raggiunto un discreto controllo della mano, al 70%. Le idee -sottolinea Perilli- non mancano, ma non ho ancora la mano fluida di prima, ci vorrà un po’ di tempo». Tuttavia, alla luce dei progressi registrati le sensazioni del caricaturista sono positive, sostenuto anche dalla forte passione per il suo lavoro che resta assoluta. «Se non fossi stato male -analizza Perilli- avrei dovuto partecipare a due appuntamenti, a San Benedetto del Tronto e Pescara, che sono stati comunque annullati, per il coronavirus»...
continua su www.ilmessagero.it