Si terrà l’8 aprile 2022, presso l’Università degli Studi di Udine, la Conferenza internazionale ProCare, “Hospitals and faculties together for prosperous and scientific healthcare”, che si svolgerà in modalità ibrida, in presenza e collegamento online.
Il progetto è finanziato dalla UE e, oltre all’Italia, prevede la partecipazione di altri tre Paesi: Slovenia, Irlanda e Spagna. E’ stato inoltre premiato durante la tappa nel Nord Est del Congresso itinerante della FNOPI.
Per l’occasione, tutti gli infermieri, regolarmente iscritti agli OPI nazionali, possono inviare gli abstract per la presentazione orale dei loro lavori. Saranno valutati contributi originali nelle seguenti aree tematiche: esperienze di cooperazione tra Università e Aziende sanitarie che hanno facilitato lo scambio, il flusso e la co-creazione di conoscenza; e esperienze di ricerca infermieristica svolte da infermieri che lavorano nella clinica e che hanno generato nuove conoscenze/evidenze.
C’è tempo fino al 17 febbraio 2022 per la presentazione degli abstract (che dovranno contenere al massimo 300 parole e seguire la struttura IMRaD-Introduzione, Metodi, Risultati e Discussione) per descrivere l’esperienza nelle aree tematiche indicate.
La notifica dell’accettazione dell’abstract, da parte del Comitato Scientifico della Conferenza, arriverà via e-mail il 7 marzo 2022 (e entro il 17 marzo si dovrà provvedere a inviare l’abstract esteso).
Nell’assistenza sanitaria, gli infermieri sono utenti e generatori di prove scientifiche per sostenere la loro pratica. Come utilizzatori, possono identificare le prove e valutarle criticamente; come generatori, condurre progetti di ricerca e tradurre i risultati nella pratica.
L’obiettivo generale del progetto ProCare è quello di promuovere queste competenze, sostenendo lo sviluppo di abilità e capacità ed incrementare la cooperazione tra le Università e gli ospedali, per fornire cure coerenti con le migliori prove disponibili, migliorando così gli esiti di salute.
Quanti desiderano sottoporre un contributo scientifico dovranno presentarlo via e-mail, all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., riportando, nell’oggetto, la dicitura: Call for Abstract ProCare.
Sono i rappresentanti di quasi 22 milioni di malati cronici, dalle associazioni dei malati oncologici a quelle dei portatori di stomie, da chi ha bisogno di nutrizione parenterale al coordinamento nazionale famiglie con disabilità e molte altre ancora.
Chiedono al Governo in una petizione inviata all’esecutivo, al Parlamento e alle Regioni, di non essere lasciati soli sul territorio, nella loro vita di tutti i giorni e per questo hanno bisogno di più infermieri. E specializzati.
La ricetta che le sedici associazioni (le più numerose rispetto alle persone che rappresentano) propongono è quella di consolidare una logica normativa e attuativa di reale multi-professionalità e integrazione multidisciplinare oltre che una integrazione tra ospedale e territorio che favorisca davvero la continuità delle cure per sviluppare operativamente un nuovo modello di assistenza di prossimità e domiciliare. Prevedere quindi nelle linee di indirizzo non solo gli standard quantitativi, ma i modelli di relazione interprofessionale da attuare.
Per farlo il modello che oltre venti milioni di italiani bisognosi di assistenza e le loro famiglie propongono è semplice:
dare compiutezza e sviluppo alla figura dell’infermiere di famiglia e comunità, figura che potrebbe essere soluzione di gran parte dei problemi, ma che oggi per ragioni di formazione e numerosità (carenza) del personale, è quasi del tutto assente nelle regioni o male impiegato dove presente;
ricomporre la frattura dei servizi e la mancanza di integrazione tra ospedale e territorio, compito questo che può svolgere lo stesso infermiere, coordinando gli interventi dei vari professionisti, così come il PNRR descrive per le case di comunità, gli ospedali di comunità e le centrali operative, che senza il necessario personale rischiano rimanere caselle vuote:
innovare realmente le strutture dando il giusto peso ai loro contenuti; garantire alle famiglie e ai pazienti la presenza di una figura di riferimento a livello domiciliare e in questo senso Governo al Parlamento devono mettere mano alla reale programmazione non solo sulla carta di interventi e di presenza dei professionisti sul territorio;
far riconoscere e certificare le specializzazioni infermieristiche affinché il cittadino possa usufruire e richiedere il professionista più competente per i propri bisogni anche in relazione alla complessità delle persone con bisogni assistenziali specifici;
definire sempre più specificamente le attività dell’infermiere di famiglia/comunità in relazione ai servizi domiciliari attivati per evitare sovrapposizioni o conflitti possibili e inefficienze nella gestione del paziente.
“Ringraziamo per il chiarissimo appello le associazioni dei cittadini-pazienti che sanno di poter trovare nella nostra Federazione tutto l’appoggio necessario non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche clinico, sociale e umano – commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) – ci auguriamo che il Governo ascolti le richieste dei pazienti e dei cittadini. Che chiedono non solo con soluzioni nell’acuzie, ma per la vita di tutti i giorni, quella che ogni persona ha diritto a vivere”.
“Le carte in tavola la FNOPI le ha messe – aggiunge Mangiacavalli – e sono quelle di un gesto di riconoscimento verso gli infermieri con l’anticipazione rispetto ai contratti dell’indennità di specificità infermieristica e la possibilità di avere un numero di docenti-infermieri in grado di poter formare con qualità e professionalità gli infermieri di domani per far fronte all’allarmante carenza che anche le associazioni denunciamo. E nel breve periodo meno burocrazia con l’allentamento del vincolo di esclusività, che consenta da subito a chi è già in servizio di andare in aiuto ai bisogni chiarissimi di questi cittadini”.
Tutto questo naturalmente ha come presupposto la partecipazione collettiva delle associazioni che rappresentano queste categorie di cittadini-pazienti alla predisposizione dei nuovi modelli di assistenza di tutte le parti interessate, cittadini, pazienti, tutte le professionalità del sociale e del sanitario, programmatori ecc. Tutto questo “per dare vita alla vita e non sopravvivenza alla vita”, scrivono a chiare lettere le Associazioni.
“La nostra Federazione – conclude la presidente FNOPI – è pronta e disponibile ad accogliere la richiesta delle associazioni che da sempre ascoltiamo e supportiamo perché i loro reali bisogni sono il nostro primo obiettivo. Ci auguriamo ora che anche le altre istituzioni e le altre componenti professionali facciano altrettanto, in un disegno costruttivo per un nuovo modello che assicuri salute e non sia il modo di primeggiare gli uni sugli altri: i cittadini prima di tutto e al centro del sistema. È questa la parola d’ordine della nuova sanità”.
A QUESTO LINK LA LETTERA DELLE ASSOCIAZIONI DI CITTADINI PAZIENTI A GOVERNO, PARLAMENTO E REGIONI
Brindisi- Puglia- Febbraio
Il programma prevede una completa trattazione dei più importanti aspetti diagnostici e terapeutici, delle più diffuse cardiopatie, descritti nell’ambito di multipli pdta (percorsi diagnostico terapeutici assistenziali) dedicati a ciascuna di esse. Tutto questo sforzo di tipo scientifico, clinico ed organizzativo va inquadrato nell'ambito della prevenzione secondaria territoriale nel cardiopatico: particolare risalto sarà dato al nuovo pdta regionale nell’ipertensione arteriosa, di recente redatto dalla regione puglia ed a quello che è oggi uno dei maggiori fattori di rischio cardiovascolare: l'aderenza terapeutica. l'evento prevede un ampio confronto tra cardiologi operanti nei vari distretti della asl di brindisi e la partecipazione di medici funzionari operanti nell'azienda stessa.