Integrazione, Innovazione, Competenza.
Sono le Parole chiave alla base del congresso nazionale di Riccione 2019.
Esperti Internazionali, Relatori provenienti da gran parte delle Regioni Italiane illustreranno le novità nel mondo del soccorso extraospedaliero e nella gestione delle emergenze in pronto soccorso ed in medicina d'urgenza.
Un pool di Professionisti Esperti, medici e infermieri, compongono la segreteria scientifica del congresso con l'obiettivo di condividere esperienze alla ricerca della vera e formale integrazione tra le figure che operano nel settore.
Focus con la finalità di approfondire aree tematiche di sicuro interesse completano il programma della sessione congressuale.
Workshop su tematiche proprie del mondo del soccorso verranno realizzati con sessioni teorico-pratiche per offrire al congressista ulteriore opportunità di formazione.
Uno dei momenti culminanti del percorso avviato sarà il 23 febbraio a Roma: tutte le professioni sanitarie, riunite in un Consiglio nazionale congiunto, produrranno una mozione a sostegno del Ssn da consegnare a Governo, Regioni e Parlamento per fare sentire la loro voce nella gestione della Sanità
Medici, infermieri, farmacisti, medici veterinari, ostetriche, tecnici di radiologia, professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e psicologi hanno stretto un’alleanza per lavorare in modo condiviso.
In totale, un milione e mezzo di professionisti della sanità che, tramite i loro Ordini professionali, offriranno, tutti insieme, alle istituzioni e alla Politica le loro competenze sulle tematiche che coinvolgono la salute dei cittadini.
A 40 anni dalla nascita del Servizio sanitario nazionale l’obiettivo è quello che chi fa la sanità possa essere propositivo per realizzare la massima armonizzazione delle situazioni esistenti, che significa garantire a tutti i cittadini italiani un equo e uniforme accesso alle migliori cure possibili.
È quanto è stato deciso oggi a Roma, presso la sede della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, in una riunione congiunta dei presidenti e rappresentanti delle rispettive Federazioni.
Due gli obiettivi: aprire una riflessione sui temi caldi della sanità, dalla spesa al regionalismo differenziato e costruire insieme un rapporto continuativo di confronto costruttivo e di proposte condivise.
“Quando si parla di salute, noi siamo i professionisti dell’assistenza – è stato detto -. Siamo i portatori di un bagaglio enorme di competenze, che possono essere spese anche sul versante organizzativo e di una rinnovata governance che garantisca la sostenibilità del SSN”.
“Oggi tutto avviene senza interpellare chi, ogni giorno, produce la salute e vive la sanità – si è osservato ancora -. Questo non è giusto nei confronti dei professionisti, e lo è ancor meno nei confronti dei cittadini. Ora vogliamo fare rete, per mettere le nostre competenze a disposizione di tutti e per trovare, insieme, soluzioni alle diseguaglianze che affliggono il nostro Servizio Sanitario Nazionale non solo tra una Regione e l’altra ma anche tra aree differenti all’interno delle Regioni stesse”.
Uno dei momenti culminanti del percorso avviato oggi sarà il 23 febbraio prossimo a Roma, quando tutte le professioni sanitarie, riunite in un Consiglio nazionale congiunto, produrranno una Mozione a sostegno del Servizio Sanitario Nazionale da consegnare a Governo, Regioni e Parlamento per fare sentire la loro voce nella gestione della Sanità.
#INFERMIERE© RIPRODUZIONE VIETATA: la Federazione nazionale degli Ordini lancia una campagna social per bloccare l’uso improprio della qualifica di infermiere
La Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) lo dice chiaro: infermiere si può chiamare solo il professionista laureato, iscritto agli Ordini professionali. Ogni altro escamotage configura esercizio abusivo della professione.
E dopo le ultime vicende legate all’operazione “Mondo Sepolto” che ha portato all’arresto a Bologna di operatori che in accordo con alcune imprese di pompe funebri avevano organizzato un vero e proprio mercato delle salme, ma che in modo assolutamente improprio e inesatto sono stati classificati come infermieri, la Federazione, che rappresenta gli oltre 445mila professionisti laureati e iscritti agli Ordini presenti in Italia, ha lanciato una campagna su tutti i social: “ #INFERMIERE© RIPRODUZIONE VIETATA . Nome proprio di professionista laureato, iscritto all’Ordine delle Professioni Infermieristiche, Sinonimi: NESSUNO”.
Eppure, nell’operazione “Mondo Sepolto” dallo stesso elenco fornito dalle Forze dell’Ordine risulta evidente che nessun infermiere è coinvolto, né l’unico imputato definito “infermiere generico”, peraltro in pensione, lo è, in quanto quella definizione era data a una categoria di non laureati oggi a esaurimento e in quanto tali non iscritti all’Ordine degli infermieri.
È evidente quindi, viste anche le accuse comminate agli indagati non solo in questa occasione, ma in molte altre che reiterano l’errore in quella che ormai è l’abitudine di definire chi lavora in sanità e indossa un camice o medico o infermiere, il danno gravissimo di immagine per la professione infermieristica, di cui fanno parte, appunto, oltre 445mila infermieri iscritti agli Ordini provinciali e alla Fnopi, Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche.
Serve chiarezza: la Federazione chiede un impegno concreto da parte delle istituzioni per tutelare, in ogni sede, il buon nome della professione ed evitare l’utilizzo improprio della qualifica di ‘infermiere’, oggi estesa anche a personale privo della necessaria laurea abilitante e dell’obbligatoria, conseguente, iscrizione all’Ordine professionale.
“Il contesto attuale genera confusione nelle relative attribuzioni, non solo rispetto ai pazienti che non hanno mai chiara la professionalità, le abilità e le peculiarità di chi li assiste, ma anche rispetto all’utilizzo improprio del termine ‘infermiere’ che adoperano spesso i media per descrivere funzioni che con quelle infermieristiche nulla hanno a che fare - dichiara la presidente nazionale, Barbara Mangiacavalli -. Provvedimenti all’attenzione del Governo e del Parlamento dovrebbero finalmente prevedere l’accoglimento di una disposizione che vada in questa direzione, ponendo fine a questo clima di confusione”.