Tratto da OPI.IT
03/09/2015 - Appello della presidente OPI Barbara Mangiacavalli in vista dell'avvio dell'iter della legge di Stabilità 2016: "Ognuno faccia la propria parte e progettiamo insieme una nuova governance del servizio pubblico: la ricerca di efficienza, efficacia e riduzione di sprechi non mascheri altri tagli"
A un passo dalla legge di stabilità 2016 alcune cose dovrebbero essere chiare per l'agenda del Governo Renzi. Ed è bene affrontarle subito, prima che si ripeta il peggio. Il Presidente del Consiglio, ricordando l'obiettivo dell'abbassamento delle tasse, ha dichiarato in questi giorni che non ci sarà nessun taglio alla sanità, aggiungendo tuttavia che "magari ci sarà qualche poltrona Asl in meno e qualche costo standard in più" che definisce "tagli agli sprechi, non alla sanità".
Meno poltrone vanno bene, sono anni che l'OPI addita duplicazioni e sprechi in questo senso e non solo alla direzione delle Asl. Abolire Tasi e Imu sulla prima casa è sicuramente una boccata di ossigeno per i cittadini che attualmente sono ai vertici delle tassazioni a livello europeo, se non mondiale. Ma un cittadino senza Tasi e Imu e con problemi di salute e necessità di spendere di tasca propria per far fronte a questi bisogni inderogabili, non è un cittadino felice.
La strada delle razionalizzazioni e della riduzione di sprechi, anno dopo anno, è diventata l'autostrada dei tagli dell'economia nazionale: a ogni manovra, per ogni passo della spending review dettata da esigenze interne, ma anche dal rispetto dei parametri europei, ogni volta che si pronuncia la parola "risparmio", un pezzetto di Sanità pubblica resta sul tavolo dei tagli, quasi sempre, per ora, lineari.
Ci sono Regioni che spendono meglio e altre che spendono peggio, è vero. Ci sono Regioni dove gli assistiti hanno più servizi e altre dove ci si deve accontentare davvero dell'essenziale.
Sono state individuate e indicate fonti di spreco (gare sbagliate, medicina difensiva, metodi di contabilizzazione a macchia di leopardo, illeciti e truffe, duplicazioni di servizi e pagamenti e così via), ma è stato scritto anche un nuovo Patto per la salute (che però non parte) e indicati nuovi Livelli essenziali di assistenza (anche questi ancora fermi) nell'ottica di prestazioni davvero (e finalmente dopo anni di chiacchiere) appropriate. E che dire delle bozze di valorizzazione e implementazione delle competenze specialistiche delle professioni sanitarie, ferme, e vorremmo capire perché, che potrebbero contribuire a rendere il sistema più efficiente?
In questo scenario, il personale, che dà vita ai servizi ed è in prima linea con gli assistiti, è stato, fino alla sentenza della Corte Costituzionale che ha stabilito la non liceità del blocco dei contratti (sono cinque anni ormai), il bancomat del Servizio sanitario: nessun aumento retributivo, blocco di qualsiasi sviluppo di carriera, aumento del lavoro straordinario per far fronte ai blocchi di turn over ormai cronici (con possibili conseguenze sul piano della sicurezza per i pazienti e quello della salute per gli operatori), dequalificazioni o avanzamenti ipocriti (perché possibili solo sulla carta e non nella realtà), con blocco della mobilità per avvicinamento famigliare o suo sconsiderato uso per tamponare situazioni critiche.
Ora, nelle stanze dell'Economia si rischia che prendano corpo quelle velate ipotesi di possibili risparmi miliardari (la cifra si aggira sui 10 miliardi) ancora una volta "possibili" sul Servizio sanitario nazionale. Ne ha parlato, sia pure in sordina come sempre nei mesi estivi, il commissario per la spending review Yoram Gutgeld e il suo predecessore Carlo Cottarelli. Contrari a questa dissennata ipotesi solo il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, alcuni governatori, i sindacati e associazioni di categoria.
Sappia il Governo Renzi e chi al suo interno dovrà prendere le decisioni e fare scelte che, il Servizio sanitario nazionale universalistico e di altissima qualità come il mondo ci riconosce, è davanti a un vero e proprio baratro oltre il quale universalismo, equità e qualità resteranno per chi avrà voglia di pronunciarle, solo parole vuote e destinate a cadere nel nulla.
E' ora di dire davvero basta. Ognuno faccia la sua "vera parte". Sindacati e associazioni sinergicamente lavorino su piattaforme contrattuali che possano finalmente riconoscere le competenze e non solo il "disagio", evitando di proporre soluzioni "facili" che rischiano di far guardare il dito e non la luna (un articolo del codice deontologico non è certo l'origine di tutti i mali e la divisa unica non fa superare le "questioni" professionali del momento). Politici e Governo abbandonino l'idea di pensare ad altri tagli mascherati sotto la veste di ipotetici risparmi e mettano in campo risorse e strumenti veri di controllo in modo tale che tutto ciò che già c'è sulla carta e nelle leggi si realizzi davvero. Le Regioni non alimentino sterili contradditori l'una con l'altra nella convinzione che la causa dei deficit è sempre del vicino; anzi, proprio le Regioni virtuose (e ricche) diventino promotrici di sostegni strutturali e programmatori per quelle più svantaggiate, favorendo anche in queste ultime la possibilità di volgere lo sguardo verso il futuro. Se dovessero non averne gli strumenti adatti tra quelli forniti dal Governo, li disegnino e li mettano in campo con accordi interregionali, come hanno fatto in mille altre occasioni, sicuramente di maggior comodo, ma di minor rilevanza.
E gli operatori, il personale, i professionisti tutti, assieme alle loro associazioni, Ordini, Collegi e ai sindacati stessi, facciano davvero fronte comune per evitare che si arrivi al punto di non ritorno. L'autunno non deve essere "caldo" come molti minacciano, ipotizzano o paventano, ma "razionale" e "intelligente", come - a quanto pare visti i non-risultati – finora non è stato!
Noi siamo pronti a fare la nostra parte ai tavoli della concertazione per disegnare un nuovo modello di Servizio sanitario nazionale non più all'ombra dei tagli, ma un servizio razionale e di qualità in grado di erogare servizi appropriati.
Vorremmo che tutti facessero altrettanto, progettando insieme e avviando realmente una nuova governance del Ssn secondo le esigenze emergenti dei pazienti e lo sviluppo professionale degli operatori che, finalmente, possa trovare il suo naturale riferimento in un contratto valido e leale sia dal punto di vista normativo che economico. Riorganizzare mezzi, persone e funzioni per razionalizzare la filiera – lo ribadiamo - è l'unica strada per garantire ai cittadini e al sistema un reale recupero di efficienza senza ridimensionare i servizi: meno spesa inutile, meno procedure e più investimento nella presa in carico dei pazienti. Il Governo, le Regioni e anche tutte le professioni devono capirlo: non è più un invito, ma una questione di "vita o di morte" del Ssn.
Barbara Mangiacavalli
Presidente nazionale Collegi OPI
Cari colleghi, il Collegio OPI di Teramo porta a conoscenza dei propri iscritti il suo intervento di Giugno 2015 incentrato sul chiarimento di alcune condotte assolutamente fuorvianti sulla chiusura dei ROT. Vi preghiamo di prenderne visione, rimanendo a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Il Presidente Dott. Cristian Pediconi
Scarica in download qui sotto la comunicazione inviata alla Direzione ASL Teramo
Tratto da OPI.IT
16/08/2015 - Aperta fino al 31 agosto la consultazione su casi e strategie. Sironi (CNAI): "Prevedere un'alleanza tra agenzie nazionali". Mangiacavalli (OPI): "Bestpractice per dare le giuste indicazioni all'OMS e più rappresentanza agli infermieri"
L'OMS nel 2010 ha dichiarato nell'ambito del programma Salute per tutti che "Promuovere e tutelare la salute è essenziale per il benessere dell'uomo e per sostenere lo sviluppo economico e sociale". Per farlo, un passaggio indispensabile è considerato quello di realizzare sistemi sanitari che affrontino la copertura sanitaria universale, comprese le malattie non trasmissibili e il finanziamento dei sistemi sanitari.
Ma la salute non c'è senza una "forza lavoro" efficiente ed efficace e per raccogliere osservazioni e consigli utili alla realizzazione del programma, OMS e ICN (Consiglio Internazionale degli Infermieri, nel quale l'Italia è rappresentata da CNAI) hanno organizzato il 17 giugno a Seul la prima consultazione professionale sulla Strategia Globale per le risorse umane in sanità, da porre poi all'ordine del giorno del Comitato Esecutivo OMS a gennaio del 2016 e poi dell'Assemblea Mondiale della Sanità a maggio 2016.
Dal confronto è emerso il ruolo chiave degli infermieri nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e Jim Campbell, direttore esecutivo di GHWA (Global Strategy on Human Resources for Health, la Consultazione pubblica sulla Strategia globale per le risorse umane per la Salute: Workforce 2030 dell'Oms consultabile al link http://www.who.int/workforcealliance/en/) e direttore del Dipartimento per il personale sanitario, ha descritto gli obiettivi e gli indicatori della strategia globale tra cui quello di illustrare quanto si sta facendo, che cosa dovrebbe essere fatto, e quali cambiamenti potrebbe essere necessari.
I messaggi chiave emersi dalla consultazione con i 250 rappresentanti di associazioni infermieristiche mondiali sono:
Gli infermieri hanno un ruolo fondamentale da svolgere per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibili (SDG, Sustainable Development Goals), in particolare dell'obiettivo "salute e benessere".
• La copertura sanitaria universale sarà possibile solo con un impiego attento e appropriato e con il sostegno alle risorse umane dedicate all'assistenza, in particolare agli infermieri, viste le competenze e il numero di questi professionisti presenti in tutto il mondo.
L'OMS e i suoi Stati membri hanno bisogno di dati sulle risorse umane per la salute e l'assistenza infermieristica a livello locale, nazionale e internazionale, per poter prendere decisioni efficaci. Questi dati non devono solo includere i numeri, ma le competenze, i luoghi dove queste sono espresse e la qualità dei risultati. La ricerca infermieristica svolge un ruolo fondamentale in questo senso.
Politiche relative alle risorse umane per la salute devono essere basate su prove di efficacia, e gli infermieri devono essere presenti perché hanno un ruolo fondamentale da giovare nei tavoli politici.
Fondamentale è la documentazione del ruolo e del lavoro svolto dagli infermieri per creare, sostenere e mantenere la salute e i sistemi sanitari.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibili per la salute e il benessere mettono al centro le persone. In questo senso il coinvolgimento della professione infermieristica in tutti i settori dell'assistenza e della cura e per tutta la durata della vita è particolarmente importante anche per sostenere e garantire l'impegno pubblico verso la centralità delle persone nei sistemi e programmi sanitari.
Secondo Campbell, "il personale sanitario non è un costo ricorrente, ma un investimento ". L'ICN è d'accordo con questa affermazione e ha individuato una serie di investimenti chiave da effettuare per una forza lavoro solida e sostenibile, tra cui - ma non solo – la formazione a tutti i livelli, la regolamentazione, la ricerca e lo sviluppo delle politiche sanitarie del personale.
Da qui l'invito di ICN a tutti gli infermieri a partecipare a ulteriori consultazioni all'interno dei loro paesi, per sviluppare piani d'azione per l'attuazione di adeguate strategie. Inoltre, ICN sottolinea l'importanza che gli infermieri siano inclusi nelle delegazioni dei paesi all'Assemblea mondiale della sanità 2016, quando il tema sarà discusso e deciso nell'ambito della Strategia globale per la salute.
"ICN – afferma Cecilia Sironi, presidente della CNAI - continuerà a essere impegnata nel dare le necessarie direttive sulla Strategia globale per le risorse umane per la sanità all'OMS e agli altri partner internazionali. Una strategia di Global Health richiederà sforzi di collaborazione per portare avanti l'agenda. E per questo ICN sostiene la creazione di una coalizione tra agenzie nazionali e la creazione di punti di riferimento pronti a collaborare e partecipare al dialogo in corso".
"Ha ragione Campbell – secondo Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale OPI - quando afferma che non c'è salute senza una forza lavoro adeguata, e che nessuna forza lavoro può esserci senza infermieri. La consultazione OMS sulla forza lavoro si riferisce espressamente al ruolo di leadership infermieristica soprattutto all'interno dei mercati del lavoro regionali ed è per questo che è necessario rispondere e, se possibile, riportare esempi e casi significativi sul ruolo della leadership dell'infermiere e l'impatto positivo della nostra professione: dare prove tangibili all'OMS – conclude Mangiacavalli - significa anche influenzare in questo senso le raccomandazioni finali che scaturiranno dall'Assemblea 2016. E sarà anche nostra cura, come indica ICN, sensibilizzare il ministero della Salute perché nella delegazione italiana all'OMS ci sia un infermiere"
Per accedere e partecipare al questionario (la consultazione termina il 31 agosto):
http://www.who.int/hrh/resources/online_consult-globstrat_hrh/en/
Per accedere al documento OMS:
http://www.who.int/hrh/resources/globstrathrh-2030/en/
Per accedere alla specifica area sul sito ICN:
http://www.icn.ch/what-we-do/the-global-strategy-on-human-resources-for-health-workforce-2030/