Tratto da thedailynurse.eu
COME FUNZIONA L'ORDINE DI SERVIZIO:
Deve essere scritto (CCNL 01.09.95 Art.28): in giurisprudenza le comunicazioni che possiedono valore sono scritte. L'ordine di servizio, che è un'ingiunzione al dipendente di violare le norme contrattuali, deve essere scritto anche per tutela sia del dipendente stesso che dell'azienda. Tale tutela non è presente se viene emesso verbalmente.
Deve pervenire per tempo: e quindi in anticipo al lavoratore presso la sede lavorativa. Il lavoratore non è tenuto a farsi reperire al proprio domicilio, né telefonicamente né con altri sistemi, tranne nel caso della pronta disponibilità (Art. 7 CCNLI 20.09.01).
Deve essere motivato: nell'ordine di servizio deve apparire la motivazione per la quale è stato emesso, a garanzia della liceità dello stesso.
Deve essere uno strumento eccezionale: altrimenti diverrebbe straordinario programmato, espressamente vietato dalla normativa in vigore (CCNL 07.04.99 Art.34 comma 1). La copertura dei turni deve essere garantita sulla base dei criteri organizzativi certi e con personale sufficiente per evitare disservizi dovuti ad imprevisti. Se vi è carenza d'organico dovuta a motivi contingenti, la Direzione può organizzare i turni utilizzando l'istituto contrattuale della pronta disponibilità.
Non deve sovrapporsi ad altri istituti contrattuali già previsti: non può essere utilizzato per il richiamo in servizio "oggi per oggi", in quanto si cade nell'istituto della pronta disponibilità. In questo caso, se il dipendente si rifiuta di adempiere l'ordine di servizio, non possono essere prese sanzioni disciplinari nei suoi confronti. Inoltre il codice deontologico prevede per il personale infermieristico l'obbligo di presentarsi in servizio solo in caso di calamità pubblica. In caso di richiamo in servizio "oggi per domani", il ricorso all'ordine di servizio può essere legittimo, a patto che si rispettino una serie di vincoli.
In caso di prolungamento dell'orario di servizio il dipendente è costretto a......
Tratto OPI.IT 30/07/2015
Sentenza del Tar Umbria che dà ragione agli infermieri contro la richiesta di interruzione dell'attività del reparto di degenza infermieristica avanzata da alcuni sindacati e dall'Ordine dei medici. Riganelli (OPI): "Si valorizzano le competenze dei professionisti"
In Umbria il Tar ha deciso: il reparto di degenza infermieristica resta operativo. Il Tribunale amministrativo ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata da alcuni sindacati e dall'Ordine dei medici: "Ha prevalso il buonsenso e ora pazienti ed operatori sanitari esprimono la loro soddisfazione", ha commentato in una nota l'Ao di Perugia dove la struttura è attivata.
Sulla vicienda aveva preso subito posizione, con una nota inviata agli organi di stampa per sensibilizzare l'opinione pubblica, il presidente del Collegio Palmiro Riganelli, sottolineando che se fosse stata accolto il ricorso i cittadini umbri avrebbero corso il rischio "di perdere un importante servizio da poco attivato presso l'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia: l'Unità di degenza infermieristica, un servizio per persone ricoverate in ospedale in condizioni stabili che dopo essere state adeguatamente trattate e aver risolto uno o più problemi clinici determinati da una patologia, non necessitano più di interventi medici, ma devono solamente continuare l'attività assistenziale, prevalentemente infermieristica, in attesa di completare il loro percorso presso il proprio domicilio o nelle strutture residenziali, lasciando liberi posti letto per le urgenze".
"Piena soddisfazione per la decisione presa dal Tar ,che garantisce il proseguimento di un'attività assistenziale che continua a garantire confort ed assistenza in sicurezza a pazienti e familiari, nel pieno rispetto delle normative vigenti", è stata espressa anche dal direttore generale Walter Orlandi.
Il reparto, di 12 letti, era stato inaugurato il 4 maggio scorso e dopo pochi giorni di rodaggio aveva ospitato pazienti trasferiti da strutture di area medica che dovevano completare le terapie prima delle dimissioni o di essere avviati in strutture preposte per la riabilitazione. "Il nuovo reparto – spiega l'ufficio stampa dell'Ao - ha sensibilmente ridotto e in molti casi annullato il fenomeno del letto aggiuntivo nei corridoi".
I 12 posti letto erano stati allestiti in poco tempo, non appena il CREO (Centro di Ricerca Ematologia Oncologica) aveva iniziato l'attività nella nuova sede liberando così spazi per la degenza a gestione infermieristica. "Dopo una settimana di messa a punto dei percorsi assistenziali – ribadisce l'Ao - la struttura aveva accolto sempre più pazienti, permettendo così di elevare l'attività assistenziale e soprattutto di limitare a pochissimi casi, o addirittura ad eliminare i letti aggiuntivi nei corridoi. Ma il sindacati dei medici e lo stesso Ordine dei medici di Perugia hanno voluto presentare il ricorso, che il Tar ha respinto per quanto riguarda la sospensione della attività di degenza".
"Questa decisione - ha commentato Riganelli - salvaguarda un nuovo modello assistenziale che va sostenuto ed implementato anche nella nostra Regione perché assicura maggiore efficacia delle prestazioni, migliore qualità dell'assistenza, risultati clinici più appropriati secondo i principi della continuità e dell'umanizzazione delle cure, dell'integrazione professionale e dell'ottimizzazione dell'impiego delle risorse. Un cambiamento di cui la Regione Umbria e le sue aziende sanitarie sembrano finalmente aver colto l'importanza per puntare con decisione sul miglioramento dell'assistenza ai cittadini a partire dalla valorizzazione delle competenze specifiche dei suoi professionisti".
Altre decisioni, spiega l'Ao, sono state rinviate all'udienza del 23 Settembre.
Tratto da OPI.it 29/07/2015
Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fials, Fsi, Nursind, Nursing-Up, Collegi e Associazioni delle professioni sanitarie sulla manovra: "Basta tagli, per cambiare il Ssn serve innovazione organizzativa e sviluppo professionale"
"Basta tagli, per cambiare la sanità serve innovazione organizzativa e sviluppo professionale. Così si rischia solo di mettere in ginocchio i servizi alla salute", FP-CGIL, CISL-FP, UIL-FPL, FIALS, FSI, NURSIND, NURSING-UP, Collegi e Associazioni delle professioni sanitarie prendono posizione contro il nuovo colpo di forbici previsto dal governo con il dl enti locali: "Il ministro della Salute dia piuttosto una risposta sull'attuazione dell'implementazione delle competenze".
"Siamo i primi a volere un SSN più sostenibile. Ma tagliare non vuol dire razionalizzare. La Sanità ha già messo sul piatto dai tagli lineari oltre 30 miliardi. Non si può chiedere altro se non a scapito della qualità del Servizio Sanitario Nazionale. Serve una vera riorganizzazione dei percorsi di cura e dei processi di lavoro: più integrazione tra le professioni, più adeguatezza nelle prestazioni, più attenzione ai bisogni delle persone, meno sprechi e meno gerarchia. E' così che si generano economie da reinvestire a vantaggio di tutti: operatori e pazienti".
"Il Servizio sanitario nazionale non ha bisogno di altri tagli ma di nuovi assetti organizzativi. Ecco perché chiediamo che il Ministro renda attuativa la norma sull'implementazione delle competenze avanzate, che vuol dire sviluppo professionale per tutte le professioni mediche e sanitarie, e prestazioni migliori da erogare attraverso nuovi mix produttivi. Riorganizzare mezzi, persone e funzioni per razionalizzare la filiera è l'unica strada per garantire ai cittadini e al sistema un reale recupero di efficienza senza ridimensionare i servizi: meno spesa inutile, meno procedure e più investimento nella presa in carico dei pazienti".
"E' ora di finirla con i tagli indiscriminati. Il Ministro dimostri coraggio promuovendo migliore efficienza organizzativa e valorizzando il processo di sviluppo promosso dalle Professioni Sanitarie che hanno accettato la sfida del cambiamento, unica strategia che può ancora rendere sostenibile il SSN".